La grinta è quella di sempre, come il suo essere un po’ guascone. Alla ripresa degli allenamenti al Menti, Piero Braglia è sempre lo stesso. Come se nulla fosse accaduto, come se non fosse entrato nella storia della Juve Stabia con la promozione in serie B: «L’accoglienza festosa alla ripresa? Come potrebbe non farci piacere – questo il suo esordio – ma sia ben chiaro: il tempo della festa è finito. Siamo tornati dopo due mesi dalla promozione, ma ora la B è una cosa vera, seria».
Di mercato prova a non parlare, ma poi cade anche lui in tentazione: «Nessun summit in questi giorni, anche perché non c’è Manniello. Ma di certo il mercato non è ancora chiuso e manca ancora tanto a fine agosto. Cosa serve? Se guardiamo la gara di Modena, un bel po’ di gente. Scherzi a parte, siamo stati troppo brutti per essere veri. Col Sassuolo ho voluto dare un tributo a chi era rimasto dello scorso anno, dando l’opportunità di un primo approccio con la categoria».
Poi Braglia comincia a sbottonarsi: «Chi arriverà? Mah. Di certo più saremo e meglio è. Ci sono 42 gare da disputare. Danilevicius, ad esempio, dopo la gara di Empoli salterà Verona e Crotone per gli impegni con la Nazionale. All’inizio abbiamo poi tanti squalificati, sperando di recuperare Molinari. Lì davanti abbiamo dei giovani, ma non possiamo responsabilizzare solo loro. Stiamo cercando un altro elemento esperto, che all’occorrenza possa anche fare coppia con Tomas. In serie B, se riusciamo ad assestare un po’ la situazione dietro, alla fine è proprio l’attacco a fare la differenza».
E assestate dietro non significa altro che l’arrivo di un centrale. E non a caso per oggi è prevista la firma di Nocentini, che giungerebbe a Castellammare grazie anche alla conoscenza diretta con Braglia che risale ai tempi del Frosinone.
Intanto a giorni in città è prevista la visita della commissione di vigilanza per l’autorizzazione a giocare al Menti.
Prima della finale del «Flaminio», e subito dopo la promozione, Braglia ebbe modo di puntare l’attenzione su quanto contasse la nuova categoria e su quanto fosse necessario per farsi trovare pronti non soltanto sul terreno di gioco: «Tanto si è fatto – conferma – anche se forse qualche altra cosina si poteva fare. Un esempio? Dipingere le gradinate di giallo e di blu per rendere ancora più bello lo stadio non sarebbe costato poi molto. A Gubbio sono state sottoscritte subito 3500 tessere, perchè ha capito subito cosa significa avere tanta gente in città grazie al calcio. Qui, ad esempio, sarebbe stato importante avere le Terme come sponsor, portarle in giro per l’Italia. Ci sono tante sorgenti e si lavora poco, mentre altrove non c’è nulla e c’è più valorizzazione. Io mi auguro che si capisca presto cos’è la serie B. Mantenerla è un patrimonio per tutta la città. Non solo della Juve Stabia».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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