Castellammare di Stabia. La Juve Stabia scopre che la serie B è un’altra favola, diversa da quelle già raccontate lo scorso anno e dove recita ancora la parte delle cenerentola. La gara di ieri contro un’altra neopromossa, il Verona, fa capire che ci vuole anche personalità in mezzo al campo e non soltanto buoni propositi. Finisce con una sconfitta assai amara, davanti a un pubblico che fa festa, comunque, fino alla fine per il ritorno tra i grandi del calcio. La Juve Stabia gioca con la maglia bianca, colpa di quelli del Verona scesi in Campania senza la casacca di un colore diverso sia dal giallo che dal blu. La gara non è bella ma ricca di emozioni. Da un errore della difesa nasce il fulmineo vantaggio dei veneti: è il 7′ quando Hallfredsson scivola via sulla sinistra a Dicuonzo, arriva al limite, calcia e svirgola, Scognamiglio ci arriva male con la punta e Ferrari insacca facile facile. Una volta sotto, la Juve Stabia non viene a capo della matassa. Braglia ha blindato i corridoi esterni con un assetto da trincea: nove uomini di movimento su dieci sono dediti alla copertura e troppo a limitare Scaglia e Galli piuttosto che guardare in avanti. Anche il Verona si predispone a rincorrere gli avversari, ma la la sopresa è che la Juve Stabia recita a lungo un soggetto a sorpresa. Niente pressing e manovra strozzata al centro con pochi sbocchi laterali e le due punte Mezzavilla e Mbakogu (non c’è Danilevicius aggregato alla nazionale lituana) abbandonate al loro destino.
Tanta grazie neppure Mandorlini (quanti fischi all’ingresso per il suo coretto anti-meridione di questa estate) se l’aspettava. Il tecnico di casa capisce quasi subito di dover mettere una pezza allo zoppicante schieramento iniziale: con l’ingresso di Zaza al 23′ e il ritorno al tradizionale centrocampo a quattro, piazza là davanti il neo entrato come fosse un totem. Finalmente il Verona sbanda, con la Juve Stabia che riesce a trovare la giusta reazione nervosa: Mbakogu, è il 34′, vola verso la porta e con un diagonale di piatto destro stende Rafael. Il pari infiamma il Menti. Ma passano poco più di centoventi secondi (36′) e gli scaligeri passano di nuovo con Hallfredsson che trova la deviazione decisiva di Fabbro su un tiraccio senza pretese dai 25 metri che scavalca il povero Colombi, che goffamente prova ad arrivare sulla palla. La Juve Stabia spinge tanto nel finale e il fatto lascia l’impressione che il Verona possa sgonfiarsi da un momento all’altro.
Nella ripresa Braglia cambia ancora, con Savio che prende il posto di uno spento Danucci e la Juve Stabia che si propone con una specie tridente (più Cazzola che fa il trequartista). I padroni di casa, però, continuano, a subire la corsa e le idee degli avversari: il Verona lascia che i locali si trascinino fino alla trequarti, offrendogli raramente una soluzione al tiro. Una di queste al 6′ con il tiro-cross di Biraghi da brividi. La Juve Stabia è infatti troppo baldanzosa e troppo poco ragionata. Qualche parapiglia (Mezzavilla al 14′ sfiora di testa), tanta confusione e il Verona che costruisce diverse manovre per punzecchiarlo ai fianchi (Colombi salva su tiro di Esposito). Gli ospiti controllano con facilità raggelante e l’unico brivido al 38′ è per un tiro di Zaza. La nota lieta è l’ingaggio di un’altra punta, Marco Sau, in prestito Cagliari, 20 gol lo scorso anno nel Foggia di Zeman. La sensazione è, però, che a Braglia manchi almeno un paio di uomini là nel mezzo.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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