Carlo Iuliano, indimenticato addetto stampa del Napoli per più di 30 anni, ha attraversato metà storia del club azzurro, vivendo anche le esperienza in Coppa dei Campioni nelle edizioni ’87 e ’90.
Quali sono i ricordi ai quali è più affezionato?
«Tanti ed indimenticabili. Innanzitutto il sorteggio, che fu molto poco fortunato nell’87. Ci capitò il Real Madrid, una corazzata, nel turno a eliminazione diretta. L’unico fiducioso fu Maradona: non so se lo pensasse veramente, ma espresse ottimismo e ci diede la carica».
Il debutto del Napoli avvenne in un Bernabeu spettrale.
«Giocammo nello stadio a porte chiuse. Fu difficile per l’atmosfera strana e anche perché avevamo diversi calciatori in cattive condizioni».
Al ritorno il San Paolo fu una bolgia…
«Come tutti sanno finì 1-1, ma quei primi 40 minuti sono stati probabilmente i più straordinari dell’era di Maradona. C’erano novantamila spettatori ma anche centinaia di giornalisti: dovemmo allargare la tribuna stampa».
Il Napoli torna in Coppa dei Campioni nel 1990 e viene eliminato ai rigori sotto la neve di Mosca. Quella notte viene ricordata anche perché Maradona, arrivato in ritardo con un aereo privato, entrò in campo nella ripresa.
«Fino alla sera precedente alla partenza Diego era concentratissimo sulla gara, tanto che guardò con attenzione la videocassetta di una gara dei russi. Successe qualcosa quella notte, erano tempi in cui avevamo difficoltà a gestire le sue disavventure. Mandammo invano tre giocatori a casa sua, Diego non partì con noi, e lì si ruppero i rapporti con la società».
Poi cosa accadde?
«Ce lo ritrovammo a Mosca. Ricordo ancora quando lo vidi comparire in albergo. Allargò le braccia per salutarmi, la società ci aveva detto di trattarlo duramente, ma non riuscii ad evitare di abbracciarlo. Ne seguì una riunione in cui Moggi era tra i più severi. Ferlaino era innamorato di Diego, ma provò a non cedere. Bigon era tra i più morbidi e alla fine riuscì a portarselo in panchina. Diego giocò uno spezzone, poi perdemmo ai rigori. Non c’è che dire, la sfortuna ha reso amare le esperienze del Napoli in Coppa dei Campioni».
Cattiva sorte che ha avuto anche l’attuale Napoli al sorteggio.
«È capitato in un girone di ferro ed ha poche speranze, purtroppo. Mi auguro che questo Napoli possa ottenere di più. In ogni caso c’è da elogiare De Laurentiis: in pochi anni ha restituito il calcio alla città e ha costruito un Napoli sempre più competitivo».
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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