Tutto in quattro sfide, la stagione racchiusa in undici giorni. Dall’Atalanta al Real Madrid, passando per Juventus e Roma. Campionato, coppa Italia e a chiudere la Champions League: il momento clou è alle porte. Testa, cuore e gambe e unione d’intenti. Condizione atletica e mentale al top per superare al meglio questa fase decisiva. Il Napoli ci arriva bene e da una lunga serie positiva interrotta solo dalla sconfitta di Madrid. Si comincia sabato al San Paolo contro l’Atalanta e si chiude a Fuorigrotta il 7 marzo contro il Real: in mezzo le due trasferte terribili con le due squadre che in casa hanno vinto sempre, prima l’andata della semifinale di coppa Italia contro la Juve di martedì 28 febbraio e quattro giorni dopo quella di campionato all’Olimpico contro la Roma. Il momento della verità, quello in cui bisogna tirare fuori tutte le energie perché è adesso che si decida l’annata del Napoli in tutte le competizioni. La compattezza. La squadra si è compattata ancora di più, questa è stata la risposta alle critiche del presidente De Laurentiis per il ko contro il Real Madrid e al successivo silenzio stampa deciso dal club. La migliore risposta possibile a Verona contro il Chievo: prestazione convincente (con l’ultimo quarto d’ora però da rivedere per il gol subito e le altre occasioni concesse agli avversari) e vittoria fondamentale per restare nella scia della Roma. L’ennesima dimostrazione del feeling speciale degli azzurri con Sarri. Ora però arriva il momento della verità, quello in cui non si può sbagliare, la fase più difficile contro avversari insidiosissimi. Il turnover. Tanti impegni ravvicinati richiedono un supplemento di energie, decisiva quindi sarà la rotazione degli uomini e il giusto uso del turnover. Sarri adesso sta impiegando più uomini e la rosa è più larga anche se Milik e Pavoletti non sono ancora al top e a centrocampo per queste quattro sfide mancherà Allan, assenza che potrà essere sopperita anche dall’impiego di Rog e dallo spostamento di Giaccherini. Le soluzioni sono sicuramente più numerose perché la condizione generale è migliorata con gli azzurri che adesso sono tutti più o meno sullo stesso livello di forma.
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