Chievo maledetto: terzo ko di fila contro questa piccola squadra, il simbolo di un quartiere veronese che ha scritto una favola. Il Napoli in questa malanotte ha pagato l’eccesso di turnover deciso da Mazzarri dopo le brillanti prestazioni contro City e Milan, in vista dei prossimi impegni di campionato (Fiorentina e Inter) e Champions (Villarreal).
Scelta azzardata in partenza e rivelatasi sbagliata alla fine. L’allenatore ha effettuato sette cambi rispetto alla partita con i rossoneri, lasciando per la prima volta fuori contemporaneamente i tre i big dell’attacco: Lavezzi a casa; Hamsik e Cavani seduti in panchina accanto a Cannavaro e Inler. Ha così pensato al futuro e non a tre punti che il Napoli tonico visto nei precedenti 180′ avrebbe potuto senz’altro conquistare. Le negative esperienze di turnover nella scorsa stagione evidentemente non sono servite. Sembrerebbero tutte da bocciare le riserve schierate al Bentegodi e in effetti una riflessione va fatta su alcuni giocatori pagati tanto e deludenti (Dzemaili).
Il primo tempo non è stato interpretato male dai difensori (gli argentini Fideleff e Fernandez supportati da Aronica, centrale al posto di Cannavaro), mentre da dimenticare è stata la prova degli attaccanti, tant’è che già sullo 0-0 erano entrati prima Cavani e poi Hamsik. Alla lunga, le riserve, finora poco o mai utilizzate, hanno accusato la fatica e sono venute meno, concedendo campo al Chievo, che ha alzato il ritmo all’inizio della ripresa e ha piazzato il colpo decisivo con Moscardelli, anche lui partito dalla panchina: ha tentato nel finale il gol da campione, provando ad umiliare il Napoli con un tiro da centrocampo. Inutili e tardivi gli ingressi dei big azzurri, così come il confuso assalto nel finale per tentare di conquistare almeno il pari.
Per fortuna, nel turnover non è rientrato De Sanctis, che ha evitato altri gol. Il Chievo, per necessità e non per scelta, si era presentato senza il bomber Pellissier, infortunato. Paloschi e Thereau hanno fatto poco nel primo tempo: attenta guardia hanno montato i giovani Fernandez e Fideleff, prima del calo accusato nella ripresa. Inconsistente, invece, l’attacco. Mascara ha sbagliato perfino i calci d’angolo (ma è stata sua la più pericolosa palla gol al 26′ della ripresa: colpo di testa a lato su servizio di Cavani), Santana ha inutilmente tentato di crearsi spazi, mai incisivo Pandev. E dalla curva occupata dai duemila napoletani è partito il coro «Noi vogliamo Edinson Cavani». Ovvero, lo spettacolo e i gol.
Il desiderio dei tifosi è stato esaudito dopo tredici minuti del secondo tempo, quando Mazzarri ha inserito Inler e il Matador. Ma l’effetto non è stato quello sperato. Il Chievo ha preso coraggio e si è presentato con frequenza dalle parti di De Sanctis, costretto a compiere una serie di prodezze. A Moscardelli sarebbe bastato meno di un quarto d’ora per portare il Chievo in vantaggio, approfittando di un’errata respinta di destro di Fideleff su cross di Hetemaj. L’ingresso dei big è stato tardivo. La presenza di Cavani, Inler e Hamsik non ha cambiato la scena. C’è stato uno sterile assalto alla porta di Sorrentino, peraltro adeguatamente protetto almeno da otto compagni.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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