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Il Mattino – I calciatori insistono: contratto o non si gioca

Sono compatti i calciatori di serie A e sono pronti a far slittare l’inizio del campionato senza la firma della Lega sul nuovo accordo collettivo scaduto oltre un anno fa. Non accettano poi di passare per capro espiatorio delle difficoltà economiche dei club e rifiutano l’etichetta di ragazzi viziati poco inclini a pagare le tasse, a partire dal contributo di solidarietà. Concetti che i delegati delle squadre (fra gli altri Gattuso, Amelia, Ranocchia, Stendardo, Chiellini, Pasqual, Agazzi e Pellissier) e i vertici dell’Assocalciatori (incluso Demetrio Albertini, che è anche vicepresidente Figc) hanno ribadito a Milano in una riunione a 5 giorni dal via del campionato. «Se non si firma, la prima giornata viene posticipata. Non può essere considerata una minaccia – ha chiarito il presidente Aic, Tommasi – perchè non si può cominciare il campionato senza accordo. Ma ci sono premesse per la firma». 
Qualche ora più tardi il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, ha dato la sua attesa «interpretazione» sul punto 7 che riguarda gli allenamenti che il sindacato vuole tutelare da casi di mobbing. «Se non si firma solo per l’interpretazione dell’art. 7 vuol dire che ci sono altri motivi. E sarebbe bene, se così fosse, esplicitarli in maniera diretta perché questo articolo sembra essere più importante di uno della Costituzione». Così Abete, ha cercato di ridimensionare la querelle: «Per me è un problema che con un po’ di buonsenso può essere letto in maniera chiara. È mio dovere come presidente della Figc fornire un’interpretazione, ma tra tante problematiche del Paese, tutta questa attenzione per questo punto mi fa vergognare come cittadino».
«Per ambiente consono alla dignità professionale – si legge infine sul documento federale – deve intendersi quello dedicato al gruppo di prima squadra, con diritto del calciatore professionista di prepararsi nell’ambito del programma generale. È facoltà della società, attraverso il suo staff, di organizzare la preparazione, anche attraverso allenamenti differenziati per ragioni temporanee, tra cui anche quelle per percorsi riabilitativi».
Fin qui le «interpretazioni» federali, resta da vedere come finirà. L’Aic ha già messo la firma sui primi sei punti e denuncia come «la Lega non ha rispettato la parola data a dicembre volendo poi da Abete l’interpretazione sul punto 7». Le parti sono ora convocate per il Consiglio federale di domani a Roma alle 11, e la Lega di serie A prenderà la sua decisione nell’assemblea in programma sempre nella capitale poco dopo, alle 14. Insomma in un pomeriggio si deciderà se il campionato partirà regolarmente o meno.
«Le percentuali dovete cercarle in Lega – ha chiarito Tommasi provando a ripulire l’immagine dei calciatori dalle accuse di essere viziati – nessun giocatore ha poi mai detto che non pagherà il contributo di solidarietà».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

 

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