È arrivato al Real raccogliendo il testimone da Mourinho, è arrivato al Bayern prendendo per mano gli orfani del padre fondatore del tiki-taka, Guardiola: che volete che sia, per Carletto mettersi alle spalle Maurizio Sarri? Lo sta facendo in punta di piedi, senza proclami o azzardi. Con la Lazio si è affidato al blocco azzurro degli ultimi anni, con pochissimi ritocchi e poggiando quasi per intero il suo gioco sulle vecchie idee e sul 4-3-3. Lui non deve dimostrare niente a nessuno e sa che c’è tempo per imporre il suo pensiero. E che prima o poi lo farà: “Devo migliorare le cose buone fatte dal mio predecessore – dice – e se non sono rimasto a casa è perché penso che si possa fare.
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