Era la sera del 25 maggio del 1978, un giovedì. Al San Paolo, quasi al buio per un guasto all’impianto di illuminazione, scende in campo per un’amichevole il Barcellona di Johannes Cruijff (all’ingresso la stella venne illuminata da una fotoelettrica per consentire a tutti di vederlo meglio) che da lì a un mese avrebbe dato il suo (primo) addio al calcio. Segnarono i blaugrana al 15′ con Esteban e pareggiò dodici minuti dopo un difensore di 19 anni, Moreno Ferrario.
Ferrario, se la ricorda quella rete?
«Sicuro: di gol con la maglia azzurra ne ho fatti altri ma quello fu il primo. Festeggiavamo la qualificazione in Coppa Uefa ed eravamo alla vigilia della finale di Coppa Italia che poi perdemmo contro l’Inter: Chiarugi servì Savoldi che fece un cross molto preciso e io mi tuffai di testa. Proprio una rete spettacolare».
Più o meno simile a quella che fece tre anni dopo, al Perugia, ma nella sua porta?
«No, quella lo feci di piede (ride)…Però poi negli anni successivi mi sono riscattato trasformando rigori decisivi».
Torniamo a quella sera.
«Non era pieno lo stadio, il Barcellona era un mito, l’allenatore era Michels, quello che aveva creato il calcio totale nell’Ajax. All’inizio toccò a Vinazzani tentare di fermare quel numero 14 dalle movenze uniche: gli fece girare la testa e per questo alla fine lo prendemmo tutti in giro».
Poi Di Marzio cambiò marcatore: lo affidò a lei?
«Avevo caratteristiche diverse rispetto a Vinazzani e poi lui era un po’ stanco: mi andò meglio».
C’era un’emozione particolare per quella partita?
«Non eravamo mica dei debuttanti: l’anno prima il Napoli era arrivato in semifinale di Coppa delle Coppe. La vidi in tv quella partita: mi avevano appena ceduto dal Varese».
Dopo Bruscolotti e Juliano ha il record di presenze in azzurro.
«Ne sono fiero. Ho sempre giocato titolare nel Napoli e non perché ero un ruffiano con gli allenatori».
Un’ultima cosa: meglio Cruijff o Maradona?
«Diego mille volte più bravo. Ma di tutti, non solo dell’olandese».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
