L’esame scudetto è stato superato a pieni voti: il Napoli può far sognare la sua gente. Dopo aver fermato colossi del City, ha steso il Milan campione, proponendo con forza la candidatura per quel titolo vinto per l’ultima volta ventun anni fa. C’era Maradona a quel tempo. Oggi c’è Cavani, quattro reti in quattro giorni tra Champions e canmpionato. La tripletta del Matador ai rossoneri – quelli che in Europa avevano pareggiato a Barcellona – è stata un concentrato di abilità balistica, forza fisica e intelligenza tattica perché Edy si è fatto sempre trovare al posto giusto.
Mazzarri non si è smarrito dopo il gol di Aquilani e ha messo alle corde Allegri, il collega «antipatico». A proposito dell’ultima polemica tra i due, più stanco (e nervoso: quanta tensione dopo il terzo gol) è apparso il Milan, che aveva 24 ore di riposo in più. Il Napoli ha confermato un’altra sua peculiarità: l’eccellente condizione fisica, preziosa base costruita dal preparatore Pondrelli.
Il Napoli si è trovato subito sotto contro i rossoneri, presentatisi a Fuorigrotta senza sette uomini pesanti, da Ibrahimovic a Gattuso. Ottimo cambio di gioco di Seedorf (12′) da sinistra a destra, Cassano non è stato contrastato da Aronica e ha crossato per Aquilani, abile a deviare di testa in porta. Gli azzurri non hanno accusato il colpo, segno di una maturità pienamente raggiunta nei due anni di lavoro con Mazzarri, e dopo 50 secondi hanno pareggiato: punizione di Lavezzi, assist di testa di Maggio per Cavani che ha piazzato il pallone tra le gambe di Abbiati. Il Matador ha dimenticato la rituale preghiera di ringraziamento e si è sfogato in un urlo liberatorio. Quel gol ha stabilito la condizione di parità e ha evitato che il Napoli subisse l’assalto del Milan, che non è riuscito più a sfruttare la superiorità numerica a centrocampo.
Mazzarri ha impostato bene la partita, chiedendo ad Hamsik o Cavani di abbassarsi affinché vi fosse copertura su Seedorf o Van Bommel. La difesa non si è trovata più scoperta anche grazie all’assistenza degli esterni. Gargano ha legittimato la riconferma con lo straordinario contropiede finalizzato da Cavani al 36′. Il centrocampista ha recuperato palla al limite della sua area, ha saltato Van Bommel e si è prodotto in uno spettacolare «coast to coast». Hamsik e Lavezzi hanno fatto allargare le maglie della difesa rossonera e Cavani, sul lato sinistro, si è trovato da solo. Ricevuto il servizio da Gargano, il Matador ha colpito di destro e ha piazzato il pallone sul primo palo. Allegri, come Mancini in Champions, ha consentito a Mazzarri di sfruttare la sua arma più pericolosa, il contropiede. Prepotente, è nuovamente salito l’urlo del San Paolo, che ha accompagnato la prodezza numero due di Cavani, irresistibile come nella scorsa stagione, con la sua valanga di gol. Il Milan ha incassato il definitivo colpo ad inizio ripresa, quando Cavani ha firmato il terzo gol di sinistro, calciando forte dopo la respinta di Nesta su precedente tiro di Lavezzi. Anche se tutto era possibile, la partita si è chiusa: il Milan non è riuscito a pungere e il Napoli ha avuto con Dzemaili e Lavezzi la possibilità per segnare ancora. È stata una mazzata durissima per Allegri, che avrebbe un organico tale da sopperire anche a pesanti assenze. È stato un segnale al campionato: l’anti-Milan è questo Napoli da sballo.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
