A Benevento i tifosi arrivarono a definirlo l’Ibrahimovic della C. A Castellammare dopo 4 stagioni e due promozioni, salutò tutti con un video. A Nocera, la torcida rossonera lo definisce «Castaldhovic». Insomma, ovunque abbia giocato, è entrato nel cuore dei tifosi. E ha vinto.
Gigi Castaldo, di professione centravanti moderno, oramai non è più una sorpresa. Tre partite, due gol più i tre realizzati in Coppa Italia. È uno dei nomi nuovi della serie B anche se è sulla soglia dei 30 anni (è un classe ’82). In cadetteria è arrivato con molti anni di ritardo ma il treno era già passato due volte.
«Ad Ancona ero un ragazzino, avevo 19 anni, giocai tre partite in serie B, poi me ne tornai a casa e nelle serie minori». In quattro stagioni, con la Juve Stabia, volò dalla serie D alla C1 diventando il giocatore simbolo di quella squadra. Ed ecco arrivare la seconda occasione. Il Siena mi voleva, io andai in ritiro con i toscani ma poi mi proposero di andare in prestito a fare ancora esperienza in C».
Castaldo ringraziò e andò via. E iniziò l’avventura a Benevento. Un’altra promozione dalla C2 e due play off per la serie B persi il primo in finale con il Crotone, il successivo in semifinale con il Varese. Nell’estate del 2010 la decisione di trasferirsi alla Nocerina, con il suo amico De Liguori e il portiere Gori.
Anche a Nocera, Castaldo è diventato l’idolo dei tifosi. Dotato di un buon fisico, la sua specialità è quella di arretrare e saper difendere bene la palla dando così la possibilità alla squadra di conquistare metri sul campo. Intelligente tatticamente, riesce a scegliere subito come avviare l’azione d’attacco sia allargando il gioco sulle fasce sia cercando l’uno-due con il compagno più vicino. Negli ultimi sedici metri è micidiale. Contro il Brescia ha segnato di testa in tuffo trascinandosi dietro il malcapitato difensore avversario. A Livorno ha partecipato sin dall’avvio all’azione del secondo gol trovando un destro a volo potentissimo.
«Ma non è la rete più bella che ho segnato. A Pisa andai in gol con una sforbiciata all’incrocio».
Con Gori e De Liguori compone la spina dorsale della formazione rossonera. Ma è lui il leader del gruppo. Auteri lo ha «investito» del ruolo martedì scorso al termine della sfida con il Brescia.
«La squadra ha bisogno di trovare personalità, per farlo deve seguire Castaldo».
«Quelle parole mi hanno fatto piacere ma io sono così, mi metto sempre a disposizione della squadra e del mister».
Per far ancora meglio rispetto allo scorso anno (10 gol), Castaldo ha trovato probabilmente uno stimolo in più nell’arrivo di Gianvito Plasmati (in carriera 38 partite e 5 gol in serie A con il Catania). La Nocerina è riuscito a strapparlo addirittura al Celtic dove, a dire del suo procuratore, era destinato. Ebbene Plasmati ha giocato solo due spezzoni di partita, 52 minuti complessivi la sua permanenza in campo.
«Gianvito è un grande giocatore e professionista. Sicuramente darà il suo contributo».
In Coppa Italia, al Ferraris contro il Genoa, Auteri li ha fatti giocare insieme nella ripresa. Ed è andata più che bene.
«Plasmati e io possiamo coesistere benissimo, così come tutti noi lì davanti. La salvezza è il nostro obiettivo. Salvarci il primo anno è come vincere un altro campionato».
Parola di Castaldo.
La Redazione
A.S
Fonte: Il Mattino
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