L’edizione odierna de Il Mattino punta i riflettori su Diawara: “Quella corsa sfrenata ha ricordato l’urlo di Tardelli ai mondiali di Spagna nella finale contro la Germania. Appena ha visto il suo destro a giro infilarsi sul palo lontano, il giovane Amadou si è voltato verso il centrocampo e ha cominciato a correre da solo, schivando i compagni, uno dietro l’altro, in una sorta di slalom della felicità: poi ha indicato il suo nome sulla maglietta, si è gustato l’urlo del San Paolo portandosi le mani alle orecchie, quasi a volerlo sentire ancora più forte, quindi si è inginocchiato con lo sguardo rivolto al cielo e infine si è lanciato a terra. E dopo qualche secondo tutti gli azzurri lo hanno sommerso in un abbraccio interminabile. Diawara si prende la copertina con pieno merito, quest’anno ha avuto la pazienza di saper aspettare il suo momento: l’occasione della maglia da titolare è arrivata per la squalifica di Jorginho e non s’è lasciata sfuggire. Contro il Chievo è stato lui il match winner. Un destro imprendibile, messo nell’unico punto possibile, piazzato in un’area di rigore intasata, come fosse una palla da biliardo infilata nella buca: una giocata fantastica, impreziosita dal fatto che è stata piazzata negli ultimi istanti della partita e quindi con una tensione altissima”.
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