Nel mirino di De Laurentiis è finito anche il premier.
«Si vuole fare un regalo a Mediaset e a Berlusconi, il calcio italiano sta per fallire».
Il presidente del Napoli ha lanciato la pesante accusa, ovviamente tutta da dimostrare, uscendo dagli uffici della Lega di Milano, dopo aver illustrato al fianco del numero uno Beretta la soluzione che le società propongono all’Assocalciatori per evitare ulteriori scioperi, ovvero il «contratto-ponte» fino al 2012.
De Laurentiis, consigliere di Lega, ha attaccato Infront, l’advisor a cui è stato affidato l’incarico di gestire la vendita dei diritti televisivi con un minimo garantito di un miliardo di euro a stagione. Il presidente del Napoli aveva mosso le prime critiche al gruppo nel 2009, quando a suo avviso furono svenduti i diritti televisivi all’estero. Ieri le società (sedici favorevoli, tre astenute e una contraria) hanno votato l’introito minimo per il triennio 2012-2015, che sarebbe di poco superiore al miliardo a stagione. E queste cifre, ritenute basse, hanno fatto esplodere De Laurentiis.
«Il calcio italiano sta per fallire perché Infront ci sta consigliando di vendere i diritti dal 2012 per tre anni a prezzi che non ci permetteranno più di competere in Champions, di aumentare le nostre entrate e quindi di fare dei grossi passi indietro per fare un favore a Berlusconi: si cerca di vendere ad un prezzo bassissimo a Mediaset perché l’emittente non riuscirebbe a fare proseliti con il digitale terrestre. E poi perché io dovrei svendere oggi quello che dovrebbe andare in onda tra un anno e mezzo?».
Berlusconi e Infront sono gli ultimi bersagli, in ordine di tempo, del presidente che in questa estate ha attaccato altre istituzioni, ovviamente calcistiche: Blatter, Platini, Abete e Beretta. È esploso durante la compilazione dei calendari di serie A, a fine luglio, abbandonando la sala in segno di protesta quando s’accorse che le partite contro Milan e Inter erano state assegnate dal computer al Napoli pochi giorni dopo le sfide di Champions: proprio quello che aveva chiesto di evitare. L’affondo ha scosso la Lega, proprio quando sembrava che si fosse ritrovata l’armonia (escluso l’attacco di Cellino a Beretta:
«Vada via, è come la carta assorbente»).
Ha sottolineato De Laurentiis:
«Abbiamo un nostro advisor che ci gioca contro e ci vuole far fare un contratto che ci blocca per tre anni. La cifra proposta per il triennio 2012-2015 è di poco superiore al miliardo. Aspettiamo, vediamo la situazione economica e la recessione, vediamo se ci saranno altri competitor in Europa: devono esserci solo Mediaset e Sky? Galliani difende i colori del suo club, però qui ci sono di mezzo il calcio italiano e la sopravvivenza anche delle altre società. I club minori non hanno il coraggio di parlare perché temono il potere. Spesso i miei colleghi sono costretti, per questioni di bilancio, a subire ciò che a loro viene imposto. Io mi appello al garante».
A De Laurentiis non sono giunte repliche da parte di Galliani, vicepresidente e amministratore delegato del Milan. Ma i rapporti tra il club rossonero e il Napoli sono sempre più tesi.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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