Da lui vogliono sapere se è stato contattato da esponenti della camorra, se è in grado di riconoscere volti o nomi di gente cresciuta all’ombra del clan D’Alessandro. Da lui, dall’allenatore Hector Cuper – ex allenatore dell’Inter, poi mister in alcune squadre della Liga spagnola, la Procura chiederà in data da stabilirsi conferme o indizi da inserire nella più ampia inchiesta sul calcio scommesse di oggi. Calcio, camorra, soldi. Sono gli ingredienti dell’inchiesta «golden gol», culminata un anno fa in arresti sul territorio stabiese, che si è via via arricchita di conferme, testimonianze, esposti. Ieri la svolta con gli arresti di due dirigenti del circuito Intralot (azienda che va ritenuta estranea e semmai parte lesa rispetto alle ipotesi battute) e che sta macinando atti istruttori. Ma andiamo con ordine, a partire dai numeri: a Napoli si indaga su 150 partite dei tornei dello scorso anno. Serie A, serie B, Lega pro, ma anche partite internazionali. Si parte da un elenco fornito agli inquirenti dall’Azienda monopoli di Stato, su cui è calata l’attenzione della Dda di Napoli. Indagano il capo del pool anticamorra del procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e del pm Pierpaolo Filippelli, che hanno effettuato in questi mesi uno screening alla luce dei riscontri finora raccolti. Cos’è che viene segnalato dal Monopolio? E cosa spinge gli inquirenti a stringere il cerchio sulle partite sospette del campionato 2010-2011? Si parte dal volume di scommesse registrate dal Monopolio di Stato. Volumi abnormi, scommesse eccentriche, come puntare da più parti d’Italia sulla vittoria di una squadra che perde per due gol al novantesimo e che riesce miracolosamente a ribaltare il risultato. Un esempio, una traccia che tiene in considerazione anche e soprattutto i soldi puntati: venti, trenta, centomila euro su una zona Cesarini scoppiettante. Stringi, stringi, alla fine la Procura indaga su un numero più ristretto. Siamo allo scorso anno, ecco i match sospetti: Brescia-Bologna, Bologna-Napoli, Chievo-Bologna, Chievo-Sampdoria, Catania-Cagliari, Lazio-Genoa, Chievo-Udinese, Catania-Roma, Genoa-Cesena. Ma non è finita. È probabile che la Procura di Napoli abbia acceso i riflettori anche su altre partite dello scorso campionato, match già attenzionati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Cremona culminata in arresti e perquisizioni. In questo caso si tratta di Catania-Chievo, Genoa-Roma, Lecce-Lazio, Bari-Livorno di coppia Italia, Inter-Chievo. Anche qui ci sarebbero anomalie, livelli di gioco eccentrici e semplicemente sospetti. Qualche esempio? Basta seguire il caso di Chievo-Sampdoria, su cui non è difficile riscontrare delle anomalie. La partita di Verona finisce in pareggio, su cui punta il 95 per cento degli scommettitori. Perché tanta convinzione da parte di tutti quelli che hanno puntato sul pareggio? C’è attenzione da parte della Dda di Napoli, anche sulla partita persa contro il Chievo a Verona lo scorso campionato, su cui c’è attenzione da parte di un’altra sezione della Procura di Napoli. Ma rimaniamo a golden gol. Inchiesta condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Torre Annunziata, agli ordini del capitano Alessandro Amadei, si parte da un dato di fatto: anche i calciatori riescono a scommettere, in barba al regolamento disciplinare, anche i calciatori si servono di prestanome per realizzare puntate sicure. Calciatori e finanche addetti ai lavori, tra cui esponenti del mondo societario. Il mondo del calcio – ragionano a Napoli – non è impermeabile. È così che la camorra stabiese è riuscita ad agganciare calciatori, allenatori e dirigenti. Per due volte a Napoli è stato ascoltato il patron della Lazio Lotito (sua l’espressione «tintinnio di manette» prima degli arresti di Cremona), mentre nei prossimi giorni potrebbero sfilare in Procura altri esponenti del calcio che conta. Non solo riciclaggio di beni della camorra, non solo gli arresti di Maurizio Lopez e Antonio De Simone (i dirigenti Intralot arrestati ieri), ma anche un’inchiesta di sistema che punta decisamente in alto. Si parte da 150 partite, poi lo spettro degli incontri si è ristretto a poche decine, resta la convinzione di collusioni pericolose tra camorra e scommesse, o meglio, tra scommettitori al soldo del clan in buoni contatti con giocatori di squadre blasonate.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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