Appuntamento in Federcalcio, e poi tutti a Palazzo Chigi per dare il via al tavolo delle riforme. Sarà una giornata decisiva per il calcio italiano, non solo per la serie A: oggi la firma del contratto collettivo, quella che porterà alla revoca dello sciopero dell’Assocalciatori e poi al via del campionato. Il confronto tra parti sociali è però destinato a riaprirsi subito, visto che si tratta di un accordo ponte fino a giugno 2012. E il primo round sarà sulla legge ’91, di fronte al governo. Beretta e Tommasi si ritroveranno in via Allegri per confrontarsi sugli ultimi dettagli messi a punto dagli esperti sui collegi arbitrali, e poi la firma in casa della Federcalcio, grande mediatrice di tutta la vicenda.
«Non vogliamo ritrovarci tra 10 mesi con un nuovo sciopero»,
aveva detto Abete a Tommasi giovedì, quando l’Assocalciatori aveva valutato l’ultima proposta della Lega. I primi sei articoli così come usciti a dicembre 2011 dall’accordo Campana, il settimo escluso, l’impegno a trovare entro 30 giorni un’intesa sull’articolo 7 (fuori rosa) o in alternativa a inserire nell’accordo il parere formulato da Abete, e tutto valido fino al 30 giugno 2012.
C’è da scommettere che a firma avvenuta ripartiranno le bordate da una parte e dall’altra. E se non saranno verbali, saranno sostanziali. Alle 16.30 infatti, dopo l’appuntamento dell’ora di pranzo in Federcalcio, tutti a Palazzo Chigi per l’incontro con i sottosegretari Crimi e Letta.
«Il governo, con il sostegno determinante del Coni, ha acconsentito di aprire questo tavolo su tre questioni: la legge ’91, la tutela dei marchi e la legge sugli stadi»,
spiega Antonello Valentini, dg della Federcalcio. Con lui e Abete, al tavolo del governo ci saranno Petrucci e Pagnozzi per il Coni, Beretta e Brunelli per la Lega, Tommasi, Albertini, Calcagno e Grazioli per l’Aic. C’è poi la legge ’91, quella che regola la figura professionale del calciatore su cui si preannuncia battaglia. I club vogliono la trasformazione da lavoratore subordinato a lavoratore autonomo, per l’Aic confligge con lo status dei calciatori del resto d’Europa. L’attuale legge stabilisce poi che la durata del contratto collettivo deve essere triennale. Cosa succederà tra 10 mesi, se non si troverà una nuova intesa? Prevarrà la legge o la clausola chiesta dalla Lega sulla decadenza dell’accordo? La vertenza, insomma, riparte un attimo dopo la firma.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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