La camicia è rimasta quella bianca di sempre. Ma l’umore cambia improvvisamente e diventa assai meno candido quando a Mazzarri riferiscono della reazione, pochi secondi dopo il fischio finale, di De Laurentiis alla sua idea di mandare per una settimana Lavezzi a Porto Cervo per recuperare la condizione fisica e morale. «Me l’hanno proposto – ha detto il patron – ma io li ho mandati a quel paese». Destinatari sia il tecnico che il preparatore Pondrelli, rei di aver proposto il «ritiro» in Sardegna per il Pocho. Il tecnico si sforza a non reagire come il suo impeto vorrebbe. Stringe i denti, abbozza un sorriso ed evita parole forti: «Così ha detto il presidente? Io sono un dipendente, come lo è Lavezzi. Dovesse essere così ne prendo atto». La tempesta, è ovvio, si sarà agitata solo dentro. Poi spiega: «Conosco il Pocho meglio di tutti, so che è reduce da un periodo difficile. Lui come Cavani è uno che spesso deve riposare piuttosto che allenarsi, per caratteristiche. Con Pondrelli riteniamo che sia meglio che vada a lavorare in Sardegna, così si riposa anche, piuttosto che andare in Trentino. Mica va in vacanza: va a prepararsi a questa stagione in maniera diversa. Lo ha fatto anche Mancini qualche tempo fa, non vedo nulla di strano». E sembra che la base per un nuovo scontro non si scioglierà tanto velocemente. Mazzarri, infatti, insiste: «E poi si sa che l’aria di mare fa meglio di quella di montagna. Lavezzi sta bene – continua – è in forma perfetta, ma è reduce da un periodo stressante, sempre in ritiro: ha bisogno di un lavoro particolare. Io e Pondrelli su questo concordiamo». Eppure dopo aver sentito De Laurentiis, sarà assai difficile far cambiare idea al patron. Nel pomeriggio non a caso si era soffermato, e a lungo, sul Pocho. «I 30 milioni per Lavezzi? Per ora solo parole…». Poi, la stoccata: «Se vuole restare, deve allenarsi bene: non deve certo chiedere di andare via due settimane prima della pausa natalizia, non deve farsi espellere, deve comportarsi da napoletano e non da argentino. Nessuno deve lamentarsi e fare recite in campo». Affondi durissimi, che confermano come i rapporti con l’argentino e il suo procuratore non siano dei migliori. «Bisogna che questi ragazzi acquisiscano controllo – continua – lamentarsi non serve a nulla. Se crei contrasti all’arbitro, protagonista, ti metti in cattiva luce. Volevo mandarlo in ritiro in Trentino con la Primavera, per fare la preparazione, ma abbiamo impegni ravvicinati e ho accantonato l’idea». Poi, però, gli offre un soggiorno in barca: «Al suo agente ho detto che voglio il Pocho con me un giorno a Capri, perché gli voglio fare il lavaggio del cervello, non possiamo commettere errori». La sensazione è che sia difficile che Lavezzi vada via, ma i mal di pancia del Pocho sono evidentissimi. In attesa che salti fuori un’idea che vada bene a tutti (dopo le sirene inglesi è spuntato anche il Malaga e diventa di nuovo calda la pista che porta a Stevan Jovetic della Fiorentina), De Laurentiis ammette di attendersi molto da Lucarelli («ma se non va siamo pronti a intervenire a gennaio») e vede Hamsik «felice». Non manca poi il riferimento alla Lega: «Se ci vado e chiedo perché c’è ancora Beretta, chi lo raccomanda. Se è passato in Unicredit perché è ancora qui? Lui è un protégé di Bisignani, veniva da Confindustria e del calcio non sapeva nulla».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
R.D.G.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro