Lo si sapeva e l’allarme è esploso puntuale contro Penarol e Siviglia, cioè nei primi test veri contro due formazioni di quotazione internazionale e più in forma atleticamente rispetto agli azzurri. Se là davanti togli le due stelle, l’attacco cambia completamente faccia, in peggio ovviamente perché Mascara, Santana e Lucarelli non possono reggere il confronto con il Pocho e il Matador e il gap si nota ancora di più in questa fase in cui la loro brillantezza non può essere quella del campionato. Il tormentone di tutta l’estate si è riproposto nelle due amichevoli di inizio agosto al SanPaolo: la mancanza di un vice Cavani, di un attaccante capace di garantire gol e consistenza al reparto. Al Napoli manca e la mancanza si sente. Soprattutto quando si alza il livello delle sfide. Già, perché se nei test in Trentino bene o male Cristiano Lucarelli ha compensato (due gol al Trentino Team e due al Grosseto) contro Penarol e Siviglia l’attacco è riuscito a pungere poco o nulla (i gol li ha segnati entrambi Hamsik, uno su azione e l’altro su rigore). Mascara non ha le caratteristiche della prima punta, infatti Mazzarri lo considera un esterno. Nell’idea del tecnico toscano il vice Cavani è Lavezzi. Lucarelli è la terza scelta, l’unico ad avere determinate caratteristiche e da sfruttare per la sua fisicità soprattutto nei finali di partita. Infatti potrà tornare utile per questo, oltre che per la sua capacità di fare gruppo e non dovrà sentirsi troppo sotto esame altrimenti la sua voglia potrebbe regalare brutti scherzi (vedi l’espulsione contro il Siviglia: unica nota positiva gli applausi della curva che hanno confermato un feeling forte con l’attaccante toscano). Ma la strategia della società per il momento non cambia: non saranno effettuati altri acquisti, si va avanti così attendendo il rientro dei due big, Cavani e Lavezzi. Si dà piena fiducia alle valutazioni del tecnico Mazzarri, avallate in toto dal direttore sportivo Bigon: un binomio che ha assicurato risultati tecnici straordinari negli ultimi due anni. La strategia è questa: il Napoli numericamente come elementi offensivi è a posto. Mazzarri può contare su sei attaccanti (compreso Hamsik), la scelta di puntare su rincalzi non di pari livello dei titolari è stata mirata. Questo per preservare l’equilibrio di spogliatoio e per garantire le migliori “condizioni mentali”possibili ai big, Cavani e Lavezzi che sanno di avere compagni di reparto alle spalle più che veri e propri rivali. Ecco perché il Napoli non ha puntato su altri big per il reparto (Amauri, Vucinic, Gilardino) ed ecco perché al momento quella del peruviano Guerrero è poco più di un’idea affascinante). Una scelta che ha una logica ma che ovviamente comporta dei rischi. Questo perché il Napoli deve sperare che il Matador ripeta la stessa stagione dell’anno scorso e che ovviamente Lavezzi innanzitutto resti e poi migliori lo score dello scorso campionato. Già perché quello del Pocho è un discorso a parte, con De Laurentiis l’ultima frizione in ordine di tempo è stata quella deisette giorni di relax (con annessa tabella di lavoro). Il patron lo ha richiamato più volte pubblicamente, l’ultima la scorsa settimana. Un’evoluzione clamorosa di mercato non si può escludere perché il Pocho cattura attenzioni di club importanti europei (gli ultimi interessamenti in ordine di tempo sono stati di Atletico Madrid e Borussia Dortmund, dopo quelli precedenti di Malaga e Manchester City) e perché c’è sempre l’incognita della clausola rescissoria: di fronte a un’offerta concreta di 32milioni l’argentino andrebbe via. De Laurentiis lo ha blindato a più riprese prima della “querelle vacanze”: ultima situazione che prima ha fatto infuriare il patron, poi assumere una posizione ufficiale più conciliante sul sito e infine scegliere la strada del silenzio dopo la partita con il Siviglia. Ma con De Laurentiis e Lavezzi mai dire mai, ecco perché la vicenda non può essere considerata del tutto chiusa.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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