Albertino Bigon ha vinto il secondo scudetto del Napoli. Anno 1989/90. In squadra De Napoli, Carnevale, Alemao, Careca, per non parlare del calciatore per eccellenza: Diego Armando Maradona. Una volta erano i fuoriclasse. Oggi si chiamano top player.
Cosa significa gestirli, Bigon?
«C’è top player e top player, non si può generalizzare, ce ne sono di più semplici e meno. Così come sui cosiddetti capricci non è detto che li facciano solo i top. Mi permette una considerazione?»
Prego.
«Io sono con Mazzarri quando dice che in squadra più ce ne sono meglio è. Ho visto la formazione del Barcellona con Sanchez e Fabregas. Niente male davvero. Meglio averli che non».
Uno spogliatoio fino a che punto li accetta?
«Chi vuole fare la prima donna e non si attiene alle regole del gruppo prima o poi viene tagliato fuori. Sta qui l’intelligenza del calciatore top. Capire che non tutto gli è permesso, ma anche che il gruppo si esalta attraverso di lui».
Lei ha vissuto l’epoca della pesca ai dorados che ritardò il ritorno di Maradona dall’Argentina. La ricorda?
«Certo che la ricordo – e giù una sonora risata – eravamo ogni giorno sul Tg1. Speravamo di avere Diego con noi al meglio della condizione. Poi lui tornava e miracolosamente era sempre in una forma smagliante. Era amato per la sua generosità, per la voglia di vincere, per il carattere battagliero. Ma guardi che il Napoli autarchico senza di lui, Alemao e Careca reduci dalla Coppa America fece benissimo».
Negli anni 60 lei giocava con Rivera.
«Ma anche con Lodetti e Benetti. Voglio dire che senza di noi Gianni non faceva la squadra, ma lui pennellava certi palloni da spingere solo in rete. Quindi mi stava anche bene che lui avesse più attenzioni».
Anche nella discussione dei contratti?
«Beh, noi guadagnavamo talmente poco, oggi è tutto diverso ma il gruppo accetta il top player, e i capricci, se questo si mette al servizio della squadra con intelligenza».
Come giudica la campagna acquisti del Napoli?
«Molto buona, in linea con gli obiettivi societari. La ciliegina potrebbe essere l’arrivo di una stella che possa dare qualcosa in più».
Anche lei dice Rossi con Lavezzi?
«Non mi permetterei, siamo già forti così»
Siamo?
«Sì, e non me ne vergogno».
La sua collaborazione con il Napoli è andata in porto? «A settembre ci sentiamo con il presidente e vedremo».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M. V.
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