Per gli esperti la proiezione sarà di 16-18.000 abbonamenti venduti nelle prime settimane di campionato ma c’è chi giura che se il Napoli lunedì dovesse vincere al Nou Camp contro il Barcellona, la corsa alla tessera diventerebbe frenetica. I diecimila abbonamenti finora venduti riusciranno sicuramente a superare gli 11.820 dello scorso anno, ma se la giocano con i 16.892 del 2009/10 e difficilmente batteranno i 22.582 del primo anno di A e i 21.554 del secondo. Lontano anni luce il record assoluto del 1974/75: 70.405 tessere dell’era Savoldi. Altri tempi, altro calcio. Nemmeno il miglior Maradona riuscì a sfondare quel tetto seppur con uno stadio ristrutturato e con un minor numero di posti.
«Siamo in un momento di crisi – commenta Saverio Passeretti, presidente dell’Associazione Italiana Napoli club – e alcuni tifosi preferiscono conservare i soldi per le partite di richiamo piuttosto che comprare gli abbonamenti». Per la prima di campionato contro il Genoa sono stati un migliaio i biglietti venduti nel giorno di apertura dei botteghini. «E bene ha fatto la società a operare prezzi popolari. Un aumento me lo aspetto per i match di Champions». Il dato degli abbonamenti risente anche di una larga fetta di sostenitori priva della tessera del tifoso propedeutica all’abbonamento. Un dato, stimano gli esperti, che va dalle quattromila alle cinquemila unità, il che farebbe lievitare di molto il numero delle tessere vendute. L’analisi degli abbonamenti sembra essere completamente differente da quello delle presenze allo stadio. Tra Europa, campionato e Coppa Italia nel marzo scorso il Napoli ha festeggiato 20 milioni di incassi al botteghino sfondando già in primavera il milione di spettatori al San Paolo. Considerando solo il campionato, il Napoli si è piazzato alle spalle delle sole Inter e Milan. A giugno De Laurentiis provocò: «Quest’anno niente abbonamenti». Chissà che la riflessione non sia solo spostata di un anno.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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