Nessuno si deve offendere, perché la domanda è legittima. Ma cosa sarebbe il Napoli di Mazzarri senza Edinson Cavani? C’è un’alchimia che rende certi campioni indispensabili per le loro squadre. Chiamatela come volete: Cavani-dipendenza o Cavanite.
Come generosità non ha rivali. Ma è chiaro che quella con il Toro non è stata una prestazione brillante come suo solito: miglior in campo, certo, ma mai superlativo. Soffre lo stop, i pochi allenamenti, forse anche i timori per quel dolorino che comunque non è sparito del tutto e con cui deve convivere ancora per qualche giorno. Ma il gol del Matador non basta a far vincere il Napoli, a consentire agli azzurri di restare in scia di Juventus e di Inter.
Edinson Cavani è l’unico, però, a cui neppure la beffa del 90’ del Torino firmata Sansone riesce a togliere il sorriso. Diventerà ancora una volta papà, ad aprile. Maria Soledad, la sua compagna, è incinta. Nascerà a Napoli, come Bautista. E nascerà anche lui in primavera, come il primogenito. E sarà un altro maschietto.
Edi rientra al San Paolo, dopo 7 giorni di tribolante assenza a causa di un fastidioso affaticamento ai flessori della coscia sinistra. E il Napoli ritrova subito il gol, dopo appena sei minuti. E dopo la rete il Matador esulta pacato, confortato e sostenuto da una fede incrollabile e dall’amore per Maria Soledad, che tra cinque mesi partorirà un altro erede. «Noi abbiamo sempre sognato di far crescere la famiglia, ma non decidiamo solo noi…», disse qualche mese prima della nascita di Bautista. Piede buono e cuore felice compongono l’alchimia dell’ex bambino cagionevole sbarcato a Napoli per far innamorare il San Paolo. C’è la dedizione per il calcio, al servizio di Mazzarri. Ma c’è soprattutto il nutrimento del privato, il dono condiviso con la famiglia: «Quando faccio festa, non ringrazio per il gol, ringrazio per la fede», ha sempre ripetuto l’Atleta di Dio.
Diventa ancora papà. Lo fa sapere al popolo napoletano con quella che è la moda del momento: fa gol, il suo settimo gol in questo campionato, e nasconde il pallone sotto la maglietta. È un annuncio solenne, questo. E Cavani, il ragazzo di Salto che tutta Napoli ha imparato a voler bene non solo per i suoi capolavori in mezzo al campo, decide di condividere così la sua gioia.
Perché Edi e sua moglie sono due anti-personaggi: non regalano la loro gravidanza in esclusiva per foto di paparazzi e scoop su riviste di gossip che per una simile notizia avrebbero fatto follie. E non decide di svelare il suo dolce segreto neppure davanti alle telecamere assai popolari di «C’è Posta per te». Una gioia così va condivisa in una domenica di calcio, davanti ai suoi tifosi. Fece così anche Leo Messi, lo scorso 4 giugno in Argentina-Ecuador.
E allora il Matador, dopo aver colpito e affondato il povero Gillet, raccoglie il pallone in fondo al sacco e lo porta a spasso con sé, nascondendolo sotto la maglia. Maria Soledad era in tribuna, con la moglie di Britos e la compagna del Pocho Lavezzi, Yanina, in visita speciale al San Paolo. Ha visto la scena e, dice chi era a due passi da lei, è scoppiata a piangere.
Il recupero di Cavani è la bella notizia in una giornata, per il resto, di color cemento: il Matador non è solo il miglior attaccante della squadra (9 gol tra serie A, Supercoppa ed Europa League), ma spesso è anche il miglior difensore, quando recupera su Bianchi, o morde i tacchetti sulle caviglie di Gazzi riducendolo persino k.o. sul finale del primo tempo.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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