Mircea Lucescu è un vecchio amico dell’Italia. Dal 2004 guida lo Shakhtar dove fa praticamente tutto lui: compra, vende, va ad osservare, allena. La prima cosa che cerca in un nuovo giocatore è il senso dell’adattamento. Perché Donetsk non è Milano, dove ha allenato l’Inter. E non è neppure Napoli. «Lo sapevo che sarebbe andata a finire così col Dnipro. Mi dispiace che gli azzurri abbiano affrontato in maniera così disinvolta la sfida di Europa League. Il calcio italiano il vecchio vizio di sentirsi superiore non lo perde mai: non si può giocare in Coppa pensando di non far giocare i migliori». Il maestro romeno è in partenza per la Crimea, dove domenica il suo Donetsk gioca in campionato.
Lucescu, il ko del Napoli è un brutto segnale per il nostro calcio?
«Sì. Anche se in campo c’è stato abbastanza equilibrio nella ripresa, ma non è da quest’anno che la squadre ucraine stanno dimostrando qualcosa in più, e non solo da un punto di vista economico. Poi se il Napoli agevola il Dnipro non schierando i migliori, è una specie di suicidio».
Qualcosa in più? Che cosa esattamente?
«La mia impressione è che gli italiani affrontino l’Europa con un eccesso di timore. Le squadre dell’est invece sono più spensierate. È questione di mentalità. Soprattutto in trasferta ho visto partite dimesse. Come il Napoli, per esempio. In casa magari c’è il pubblico che ti dà un po’ più di carica».
Ma il Napoli col Dnipro è stato timoroso?
«Beh, un po’ sì. Juande Ramos è riuscito a mettere su un buon organico. Noi dello Shakhtar siamo più forti, ma loro giocano molto bene. Hanno quel Giuliano, un nazionale brasiliano che è un po’ il loro faro. Ma giovedì hanno giocato tutti ad alto livello. Meno male che per il Napoli ora si gioca al San Paolo. È uno stadio che fa la differenza».
Ma con quel freddo, come fanno ad adattarsi così bene i sudamericani?
«È come rovesciassero il loro senso del caldo con la novità del freddo. Una calzamaglia e via, pochissimi si lamentano. Anzi quasi nessuno. Mi fa piacere che dopo il nostro pareggio con la Juve e la sconfitta del Napoli in Italia abbiate scoperto il calcio ucraino».
C’è un modello Ucraina, secondo lei?
«Cose molto importanti, ma imitabili: centri sportivi, scuole calcio, stadi molto belli. Decine di osservatori sparsi dovunque, soprattutto sui mercati meno ricchi, quelli sudamericani e dell’est europeo».
A suo giudizio il divario tra noi e il resto d’Europa è destinato ad allargarsi?
«Non ne ho idea. Certo che alla luce degli ultimi risultati penso che il momento dei club italiani non sia dei migliori. Però il Napoli con Cavani, Pandev e Hamsik può ancora passare il turno. Credo che il Napoli e la Juve pensino più allo scudetto che all’Europa. E questo è sbagliato».
Vero che il Napoli le ha chiesto Douglas Costa?
«No, ma se sono veramente interessati devono fare un’offerta importante».
Ma non è infortunato?
«È in panchina perché si è infortunato a causa di un taglio alla mano. Quando gioca, lo fa con una benda speciale. È molto bravo».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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