NAPOLI – Millecinquecento euro: è quanto all’alba della stagione 2005-2006 investì Giuseppe Santoro, ex responsabile del vivaio del Napoli e finissimo intenditore, per acquistare Lorenzo Insigne dall’Olimpia Sant’Arpino, la scuola calcio in cui è cresciuto nei pressi di Frattamaggiore, casa sua. E oggi? Beh, difficile stabilirne il valore a 22 anni. Di certo pari al talento: enorme ma in evoluzione. E da dosare tra il Napoli e la Nazionale. La Champions, i sogni scudetto e il Mondiale. Senza mai dimenticare le origini.
LA GAVETTA – Insigne è un vero predestinato, c’è poco da fare, però è anche un calciatore che la natura non ha dotato di un fisico bestiale: 163 centimetri, per lui. Classe e talento da star, ma anche grandi sacrifici necessari a fortificare le gambe e la struttura muscolare per poter ridere di chi rideva di lui e, soprattutto, per affermarsi in mezzo ai giganti del calcio. Lorenzo, in sintesi, è uno che ha fatto la gavetta: perché oggi è un giocatore del Napoli di Rafa e della Nazionale di Prandelli, ma i primi calci li ha tirati e beccati innanzitutto in C.
LA CRESCITA – Prima Divisione, si chiama alla maniera moderna, ma i campi e le botte sono (spesso) quelli di un tempo. La prima esperienza fu con la Cavese, proprio pochi giorni dopo l’esordio in A di Livorno: il Napoli lo spedisce in prestito dopo il Viareggio. Della Primavera, del resto, lui era il principe (nel 2009 è capocannoniere nazionale). A Cava colleziona 10 presenze e non segna mai, però capisce che la preparazione fisica è fondamentale: dosa l’alimentazione e ci dà dentro con il lavoro anche da solo, in estate. Prima di arrivare alla corte di Zeman.
IL GRANDE MAESTRO – Dopo il prestito a Cava de’ Tirreni, nel 2010-2011 il boemo lo chiama a Foggia. Ancora Prima Divisione. Ed è l’incontro che gli cambia la vita: “Ti porterei ovunque”, gli sussurra il tecnico tra una lezione d’attacco e l’altra. Lui, ripaga con le giocate e i gol, 19 in totale, e Zeman mantiene la promessa: nel 2011-2012 va a Pescara, in B, e Insigne lo segue. Bilancio: miracolosa promozione in A e 18 gol. L’anno dopo il Napoli lo richiama alla base e gli prolunga anche il contratto (2017, ritoccato ancora fino al 2018): 5 gol in 37 presenze in campionato e 5 gettoni in Europa League con Mazzarri. L’esordio in Champions, con gol, arriva invece con il Borussia.
LA NAZIONALE – A Pescara, Lorenzo conosce anche la Nazionale: l’Under 21, con Ferrara. All’esordio, con il Liechtenstein, inventa 2 gol e 2 assist, inaugurando una saga da leader conclusa con Mangia e con le lacrime della sconfitta nella finale europea con la Spagna. In Nazionale maggiore, Prandelli lo convoca a settembre 2012, ma lo presta per le esigenze dell’Under. Da quest’anno è nel gruppo in pianta stabile: all’Olimpico con l’Argentina, ad agosto, il primo, meraviglioso gol. Il Mondiale brasiliano è la legittima aspirazione.
La Redazione
G.D.
Fonte: Corriere dello Sport
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