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Il macedone deve convincere e lanciare il Napoli verso la Champions

P'andev dopo l'Atalanta è motivato ma è tornato dalla Macedonia non proprio al massimo della forma

Non ha bisogno di bussare alla porta di Mazzarri, Goran Pandev. Esperienza, affidabilità, duttilità tattica sono le credenziali che potrebbero farlo preferire ad altri in quest’ultimo, determinante segmento di stagione. Contro il Torino, domani sera, è ancora dilemma: ci sarà lui alle spalle di Cavani? Lui e Hamsik angeli custodi del bomber Matador che avrà bisogno di suggerimenti e aiuti per battere anche la fatica di un allucinante e interminabile rientro dagli impegni con la Nazionale. Dunque, Mazzarri in bilico e Pandev pronto a rispondere. Perché lui è un senatore, un pretoriano, uno che dopo appena due stagioni in maglia azzurra si può già definire “della vecchia guardia”. Un mazzarriano di ferro, se si vuole. Non per nulla fu proprio l’allenatore azzurro a volerlo a Napoli. E sempre lui fu a suggerirne con forza il riscatto sette mesi fa.
E Pandev come ha risposto sino ad oggi alla “puntata” forte dell’allenatore sul suo nome? Beh, in verità il bilancio provvisorio racconta che il macedone è un po’ in debito con l’allenatore e con la squadra. Per carità, nessun dubbio sulla sua tecnica raffinata, sulla sua capacità di dare consistenza ed equilibri in quel pezzo di campo che va dal centrocampo alla linea dell’attacco, ma è stata la continuità che spesso l’ha tradito, capace com’è di passare da giocate e da partite da trascinatore a match vissuti nell’ombra, nell’anonimato. Ma se è vero che questo è il momento della chiamata a raccolta da parte dell’allenatore, vero leader della compagnia, c’è da aspettarsi anche da Goran Pandev uno scatto d’orgoglio, di vitalità.

LEADER – Perché non v’è dubbio: è da gente del suo peso, della sua esperienza che passa la capacità del Napoli di respingere l’attacco del Milan al suo secondo posto. Per Mazzarri, per il Napoli, ma anche per se stesso, dunque, dovrà darsi da fare Goran Pandev, che spera contro il Toro di essere chiamato a completare il tridente azzurro. Attaccante, certo, ma non solo. Perché il Macedone, così come Hamsik, dovrà essere suggeritore e costruttore del gioco della squadra; rifinitore e magari anche terminale delle giocate azzurre. E Pandev ha spalle larghe a sufficienza e buon rapporto con il sacrificio e anche una carriera già lunga e già onorata per rincorrere palloni ed avversari. Ebbene: ora Mazzarri gli chiede proprio questo. Gli chiede di prendere il Napoli per mano. Lui e gli azzurri più rappresentativi devono rassicurare e accompagnare la squadra alla conquista della Champions saltando la strettoia dei preliminari.

«Mi sembra di essere stato sempre qui», ripete spesso Pandev da quando ha scoperto la passione della gente. Bene, adesso tocca a lui non far scappare via quella passione e quella speranza che si chiama Champions.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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