Caro signor Mazzarri, bisogna farsene una ragione: questo Napoli è Cavani-dipendente. Capisco che per ovvie ragioni lei debba dire il contrario, ma dopo ieri sera non ci sono più scusanti. Senza l’immenso Matador, purtroppo, la squadra azzurra rischia di diventare normale. Una formazione che può soffrire contro chiunque e addirittura perdere. Lo stava facendo con il Dnipro, fino a quando l’uruguaiano non è salito in cattedra e ha cambiato l’esito di una partita, di una qualificazione europea che stava rischiando di andarsi a fare benedire ma, soprattutto, di una stagione. Proprio così. Se si fosse perso anche in campo internazionale dopo la frenata in campionato (una sconfitta e un pareggio in due gare), le cose si sarebbero messe davvero male. Sarebbe aumentata la depressione e sarebbe stato molto difficile riprendersi dalla botta. Già il pubblico aveva fischiato a fine primo tempo e durante le sostituzioni di Dzemaili e Vargas. Figurarsi che cosa sarebbe successo se al termine dell’incontro il risultato fosse stato di 2-1 per gli ospiti. Ben quattro le reti del grande Edi, una più bella dell’altra. Se non sei un campione diventa difficile segnarne anche una. Gli ucraini si erano illusi di poter sbancare il San Paolo europeo dopo diciotto anni di imbattibilità, ma alla fine hanno dovuto alzare bandiera bianca. Davanti ad uno come Cavani bisogna solo fare una standing ovation e applaudirlo. «Dietro questo grande giocatore c’è un grande gruppo», ha detto Mazzarri nel post-gara. Non ci sono dubbi, a patto che nel gruppo ci siano i soliti campioni. Non ce ne vogliano le cosiddette alternative, ma quando sono entrati Hamsik, Insigne e Pandev la musica è cambiata. C’è stata una giocata in occasione del 3-2 che è stata di alta scuola calcistica. L’uno-due di Lorenzinho per Marekiaro e la conclusione in rete del Matador ha fatto impazzire i ventimila spettatori presenti sugli spalti. E che dire del quarto gol dell’uruguaiano: con una finta ha mandato a farfalle i due difensori e ha lasciato sul posto il portiere. La serata del San Paolo ha detto ancora una volta che Vargas non è all’altezza della situazione. Nulla contro il cileno, ma bisogna solo sperare che arrivi presto gennaio per mandarlo in prestito e per prendere un altro rinforzo offensivo. Mazzarri gli aveva dato la possibilità di esibirsi per la prima volta al fianco di Cavani ma non è stato capace di mettersi in mostra. Anzi, ha regalato il pallone agli ucraini in occasione del raddoppio. A quel punto il tecnico ha richiamato Insigne dal riscaldamento e l’ha buttato nella mischia. Inizialmente doveva essere proprio Lorenzinho a dover fare coppia con il Matador. Poi, invece, il tecnico ha cambiato idea ma la scelta non è stata azzeccata. Il successo di ieri sera ha lanciato il Napoli al secondo posto in classifica grazie alla sconfitta del Psv Eindhoven in casa dell’Aik Solna. Nel prossimo incontro europeo gli azzurri dovranno affrontare proprio gli olandesi al San Paolo. Dovessero piazzare il colpo, la qualificazione sarebbe in cassaforte. Soprattutto se il Dnipro, poi, non perderà con gli svedesi. Adesso, però, bisogna rialzarsi anche in campionato. Ci si augura che la vittoria firmata da Cavani possa dare la scossa definitiva in serie A a partire dalla trasferta di domenica in casa del Genoa. Il Grifone aspetterà gli azzurri con il coltello tra i denti ma con un Matador così nulla è impossibile.
Fonte: Salvatore Caiazza per Il Roma
La Redazione
M.V.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro