Allo scadere, sul gong, in pieno recupero. Anzi, no, sfruttando quei secondi in più concessi per la sostituzione effettuata incautamente da Colantuono dopo il novantesimo (Gabbiadini per Denis). Il Napoli rispolvera così una sua antica caratteristica, acciuffando il pari con Cavani pochi secondi prima del triplice fischio di Orsato. Succedeva così anche nella passata stagione, in campionato come in Europa League. E dopo la doppietta al Manchester, il Matador si ripete in campionato gioiendo come non mai. Tre gol in cinque giorni. E l’Atalanta, protagonista di una prestazione encomiabile per impegno ed astuzia tattica, si vede privata di una vittoria che stava già accarezzando e grazie al solito gol di Denis, che da ex non esulta.
DI NECESSITA’, VIRTU’ – L’Atalanta sa che il Napoli arriva dalla Champions caricato e motivato. Parte con prudenza e attenzione. Si sbilancia raramente. Colantuono presenta un dispositivo difensivo di ferro: a destra Masiello e Schelotto per obbligare Dossena a starsene sulle sue; a sinistra Peluso e Padoin per costringere Zuniga a non osare più di tanto. Per il Napoli, le corsie si presentano così subito off limits. L’avvio però è dei partenopei. La formazione di Mazzarri si distende con disinvoltura nella metà campo avversaria ma non riesce mai a trovare lo spunto in verticale. Il motivo è presto spiegato:Hamsik, il giocatore che dovrebbe inserirsi o rifinire vaga sulla trequarti senza trovare la posizione ideale. L’Atalanta è abile nel creare densità a centrocampo ed impedire le ripartenze dei partenopei. Carmona e Cigarini impegnano abbastanza Dzemaili e Gargano. Così dopo i primi venti minuti in cui il Napoli va al tiro tre volte, ma senza convinzione, comincia a venire fuori la squadra di casa. Colantuono ordina a Peluso di fiondarsi sulla sinistra per costringere Zuniga ad arretrare; chiede poi a Moralez di spostarsi tra le linee e provare a dialogare con Denis. Vive di fiammate la formazione bergamasca. E più passano i minuti, più si convince che il Napoli non è poi così granitico come era apparso in Champions. Acquista coraggio l’Atalanta. Il Napoli, pur superiore sul piano tecnico, non punge. E soprattutto non dispone di un uomo d’area che possa intervenire sui cross che pure arrivano dalle parti di Consigli. Pandev, che ha rimpiazzato Lavezzi, agisce lontano dalla porta e Cavani svaria tanto per presentarsi alla battuta a rete con lucidità. E senza il Pocho è decisamente un altro Napoli. Inoffensivo, fumoso ed anche precario in difesa, con Campagnaro adattato a sinistra per far riposare Aronica ed anche per consentire a Fernandez di giocare sul centro destra. Fatica non poco Cannavaro a frenare i bollori di Denis.
LA FATICA DI CHAMPIONS – Alla distanza, lo sforzo con il Manchester comincia a farsi sentire. Accelera invece l’Atalanta che scende in campo con un altro piglio. Al 13′ scatta il primo campanello d’allarme: Denis centra la traversa con un tiro potente e velonoso. Mazzarri, a questo punto lascia entrare Lavezzi nella speranza di poter tenere lontano l’avversario dalla porta difesa da De Sanctis. Ma sono sempre i padroni di casa a crederci di più e ad aggredire ad ogni occasione. Così al 18′, Schelotto e Moralez vanno in pressing su Campagnaro, gli soffiano il pallone e servono Denis con la complicità di Gargano. Non ha difficoltà il tanque a battere De Sanctis confermando il suo stato di grazia e la precisione in zona gol.
LA REAZIONE – Allo schiaffo, il Napoli reagisce subito. Mazzarri toglie Fernandez per Maggio disponendosi con la difesa a quattro e con una squadra ad evidente trazione anteriore. E più di una volta i partenopei mettono apprensione alla difesa avversaria costretta a salvarsi alla disperata e ad un salvataggio sulla linea di Peluso. Ma il Napoli attacca a testa bassa, sulla forza dei nervi più che con lucidità a raziocinio. Non ci sta a subìre la terza sconfitta fuori casa. Mostra orgoglio e nei minuti di recupero Cavani piazza la zampata che vale un pareggio insperato e salutare.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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