Se li senti non ci credi, o meglio non vorresti crederci. Già, perché certe volte, almeno queste volte, il buon senso dovrebbe essere l’unico ad esprimere giudizi. Puntualmente però è il primo a sparire, soffocato, quasi strozzato dall’ennesima occasione non persa per fare brutta figura. Capita, troppo spesso in questo paese, anche quando il paese chiederebbe di farne a meno. Capita, troppo spesso, di non sapere cosa dire, e allora dire cose sbagliate. E neanche se Assessori, Sindaci, Prefetti o esperti, gente competente insomma, dicono che una partita non si può giocare, i suddetti onniscienti creano complotti campati in aria, atti a favorire una determinata squadra, o una determinata città. Il tutto colpevolmente senza prove. Giornalismo delle supposizioni si chiama, quando comodi, seduti dietro ad una scrivania, magari avendo intravisto qualche notiziola sparsa su Internet, si comincia a sparare giudizi, accuse. E così per magia il vertice della Prefettura che ha deciso il rinvio di Napoli – Juve diventa un luogo popolato da sfegatati ultras napoletani, bandiere azzurre e sciarpe al collo, mentre Sindaco, Assessori e Prefetto sbandierano il loro abbonamento in Curva A, al grido “Oje vita, oje vita mia”. E così, sempre per magia, sempre secondo i gotha del “giornalismo delle supposizioni” al Capo Ultras, alias Prefetto, viene in mente l’idea geniale, il complotto degno delle Idi di Marzo, il fatidico “rinviamo la partita!”. Già perché la Juve è in forma e il Napoli no. Motivo valido, più dei 40 cm di acqua che bloccavano le strade, più del sottopassaggio di Fuorigrotta allagato (purtroppo per arrivare al San Paolo si deve anche passare da lì) o del rischio che potrebbero correre 60mila persone. Bìsognerebbe ricordare a queste persone che prima del calcio c’è altro, che, soprattutto al cospetto delle alluvioni che hanno colpito altre zone d’Italia, un atteggiamento più prudente non è poi così fuori luogo. Qualcuno ha anche definito la decisione prematura, quando invece il rispetto per i tifosi che partono da luoghi lontani dal “teatro” della sfida dovrebbe far agire le istituzioni sempre con il preavviso utile per arrecare quanti minori danni è possibile agli spettatori. No, ma quando mai, si rinvia perché gli sfegatati tifosi azzurri temono la disfatta contro la Juve. Tutto alla perfezione. Neanche l’evidenza li ferma, neanche un secondo nubifragio che si abbatte su Napoli in serata li convince che forse sono ancora in tempo a fermarsi. No, non sarebbero “giornalisti della supposizione”. Almeno su questo sono coerenti. E così se non possono farci niente contro il cattivo Prefetto-Ultras, se la prendono con la data del rinvio. Maledetto 14 Dicembre (non è neanche sicuro peraltro), solo tre giorni dopo Roma – Juve. E adesso Conte come fa a preparare una partita, in soli 2 giorni peraltro. No, non sia mai, va a finire che i bianconeri si sciupano. Dimenticano che il Napoli è dalla trasferta di Manchester che gioca ogni tre giorni, e che anch’esso il 14 Dicembre verrebbe da una trasferta. Forse se si giocasse il 14 il vantaggio della Juve di non disputare le coppe svanirebbe. No, che stiamo dicendo, anche noi stiamo facendo giornalismo delle supposizioni, meglio smettere allora. Mettiamola così, scegliete la data, tanto male che va c’è sempre la danza della pioggia.
Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio
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