L’Inter di ‘scorta’ blocca la Roma e il 29 maggio all’Olimpico contro il Palermo andrà a caccia del terzo titolo stagionale, il primo della gestione Leonardo. A San Siro basta l’1-1 (fra le polemiche), per eliminare i giallorossi (già battuti 1-0 a domicilio) e guadagnarsi la tredicesima finale della Coppa Italia. Una piccola soddisfazione per Massimo Moratti che pensa soprattutto a come rinforzare la squadra nella prossima stagione (qualche ora prima della partita negli uffici del patron nerazzurro è stato avvistato il presidente del Napoli, De Laurentiis: si sarebbe parlato di Hamsik e Lavezzi ma non di Cavani) e che già prima della gara aveva confermato Leonardo definendolo «una certezza per il futuro». Poca gente sugli spalti per quella che almeno da un lustro è stato «il clasico» del nostro calcio. Striscioni e sfottò contro i milanisti, cori pesanti verso Gattuso e tanti applausi per Zanetti, alla sua millesima gara in carriera. Il tecnico nerazzurro rivoluzionava la squadra soprattutto a centrocampo: senza gli infortunati Stankovic e Sneijder, spazio a Mariga e Kharja con Thiago Motta in panchina. In avanti Pazzini vinceva il ballottaggio con Milito. Roma priva dello squalificato Totti, in avanti spazio a Borriello e Menez. Ma nonostante le grandi motivazioni la partita per un’ora abbondante è stata ben poco divertente. Fatta eccezione per una bella progressione di Maicon e un tiraccio alto di De Rossi da ottima posizione, di emozioni ce n’erano ben poche. Gran confusione, gara infarcita di errori anche per l’assenza di piedi buoni a centrocampo, con il solo generoso Eto’o a cercar di combinare qualcosa, più come arretratissimo assist-man che come punta. La Roma osava quasi nulla anche perché Menez si intestardiva con i dribbling e Borriello non riceveva un pallone giocabile. La partita decollava nella ripresa. Ma proprio mentre Montella rinforzava la prima linea inserendo Vucinic al posto di Simplicio arrivava il gol di Eto’o (12′), che raccoglieva un cross di Kharja intercettato da un braccio galeotto di Perrotta (fallo non visto da Orsato) e piazzava la palla in gol con un piatto preciso e potente. Giallorossi gelati ma pronti a reagire. L’Inter cercava di legittimare la vittoria sfiorando il raddoppio prima con Pazzini e poi con il nuovo entrato con Milito (gran riflesso di Doni), ma che soffriva e rischiava: Borriello prima impegnava Julio Cesar, e qualche minuto più tardi colpiva un clamoroso doppio palo. Al terzo tentativo faceva centro, di testa. Finale tesissimo, parole grosse fra Burdisso e Cambiasso, e tre espulsi della panchina giallorossa. Insomma, il solito Inter-Roma.
La Redazione
C.T.
Fonte: Il Giornale
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