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Il giallo del calciatore Obodo rapito in chiesa

Preso mentre si recava in chiesa. Angoscia della famiglia. Società sotto choc

Il centrocampista nigeriano Christian Obodo, in forza all’Udinese ma prestato al Lecce, è stato rapito ieri nella sua città natale, Warri, nella regione del Delta. I rapitori, armati, hanno prelevato Obodo, 28 anni, davanti a una chiesa. Il veicolo del calciatore è stato bloccato dai rapitori, con armi da fuoco, che poi lo hanno costretto a uscire per trasferirlo nella loro auto. «Christian sta bene, siamo in contatto con i rapitori che vogliono un po’ di soldi», ha detto il fratello di Obodo. A casa della madre del calciatore, a Warri, è arrivata la richiesta di 150 mila euro. Il tecnico umbro Serse Cosmi: «Sono sconvolto, per me è come un figlio». L’hanno preso mentre si stava recando in chiesa a bordo della sua auto, targata Obodo 5. Ed è stata proprio questa targa personalizzata che ha messo i rapitori sulle tracce di Christian Obodo, centrocampista del Lecce, sequestrato ieri mattina in Niger, a Warri nella regione del Delta, sua città natale. A dissipare ogni dubbio sulla natura del sequestro è stato il marito della sorella del calciatore, Obidike Okechukwu. «I rapitori – ha raccontato – hanno telefonato subito dopo il sequestro alla mamma di Christian chiedendo una cifra che si aggira attorno ai 150 mila euro per rimetterlo un libertà. Noi non abbiamo che 100 mila euro, stiamo aspettando un’altra chiamata. Sappiamo comunque che sta bene». In Nigeria in questi giorni si trova anche il fratello di Christian, Kennet, anch’egli calciatore in Italia, nel Pisa. La vettura su cui viaggiava Obodo, secondo il racconto di un testimone, è stata bloccata da quattro uomini armati che hanno costretto il giocatore del Lecce a scendere per poi farlo salire su un’altra vettura che è ripartita a tutta velocità. Secondo gli investigatori nigeriani, i malviventi seguivano la loro vittima dalla sera prima, da quando cioé la vettura con targa Obodo 5 era stata notata parcheggiata davanti a un locale di Warri. Circostanza che non era certo passata inosservata a qualcuno della banda dei sequestratori, ben consapevoli, questi ultimi, del fatto che calcio in Europa vuol dire soldi, molti soldi.
Christian Udubuesi Obodo, questo il suo nome per intero, era rientrato in Nigeria da poche settimane, da quando in Italia è finito il campionato di calcio di serie A. Ventotto anni, tesserato dell’Udinese, dal 24 luglio del 2011 è in forza al Lecce in prestito. Nel 2003 ha anche esordito con la nazionale nigeriana. La notizia del suo sequestro ha particolarmente colpito Serse Cosmi, il suo allenatore che, tra l’altro, ha il merito di averlo fatto esordire in A nel 2002, nel Perugia. «Sono sconvolto, per me Christian è come un figlio», ha commentato appena avuta la notizia del sequestro. «Con lui – ha aggiunto – ho un legame affettivo. Era praticamente un bambino quando arrivò e l’ho accompagnato per parte della sua carriera. Il suo sequestro è un fatto economico, come emerge dalla richiesta del riscatto: è molto meglio. Speriamo si risolva per il meglio».
Sconvolto anche il direttore sportivo del Lecce, Carlo Osti. «Sono letteralmente scioccato – ha detto – per quanto accaduto a Christian. Stento ancora a crederci». «Ho conosciuto Obodo – ha aggiunto – questa stagione, e da subito ne ho apprezzato le qualità umane. È un uomo generoso, che oltre ad essere un bravo giocatore si è dimostrato un grande uomo. Sono vicino ai suoi familiari e mi auguro che questa triste vicenda si concluda presto». Anche l’Udinese ha fatto giungere alla famiglia di Obodo un messaggio di solidarietà.
L’ultima volta che in Nigeria è stato compiuto un rapimento nell’ambito del mondo del calcio fu lo scorso anno, a Ferragosto, quando venne rapito, e poi liberato, il padre di Jon Obi Mikel, centrocampista del Chelsea. I sequestratori, cinque uomini e una donna, finirono tutti in carcere a sette giorni dal rapimento.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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