E’ sempre più Zeman. La scelta, la seconda scelta, è stata fatta. La nuova Roma, con una marcia indietro paradossale eppure affascinante, prova a ripartire dall’uomo che un’altra Roma ha mandato via tredici anni fa. Dopo quello che è successo con Montella, che per due settimane è stato l’allenatore in pectore , non si può esagerare con l’ottimismo e annunciare l’accordo. Da qui a mercoledì, giorno della conferenza stampa finale di Zeman, possono starci altri colpi di scena. Ma a questo punto è molto difficile pensare a una soluzione diversa. Perché Villas Boas, contattato subito dopo le dimissioni di Luis Enrique, ha detto no e non ha mai cambiato idea. Potrebbe farlo oggi, visto che il Liverpool ha preso Martinez, ma in un certo senso offenderebbe la Roma. Invece Bielsa, che ieri Baldini e Sabatini hanno osservato a Madrid nella finale di Coppa del Re, è orientato a restare a Bilbao.
CONTROMOSSA – Zeman piace ai tifosi, sarebbe accolto con entusiasmo dai giocatori, ha riscosso il consenso di Unicredit e incarna il calcio offensivo che è sempre stato un manifesto programmatico di Baldini. Quattro motivi sufficienti per ingaggiarlo. Il quinto, che poi è il primo in ordine cronologico, è la situazione di vuoto in cui la Roma è precipitata dopo la rottura con Montella. Soltanto giovedì mattina, la Roma non aveva un’alternativa proponibile. Era al punto zero. Debolezza giustificabile, visto che fino a 24 ore prima non c’era neanche un dubbio: Montella sarebbe tornato a Trigoria. Era praticamente tutto fatto, mancavano i dettagli del contratto biennale (con opzione per il terzo). Eppure la trattativa è fallita all’ultimo centimetro. Baldini -più di Sabatini- non si aspettava che Montella ponesse delle condizioni e si è irrigidito al passaggio decisivo, l’incontro auspicato per il brindisi. A quel punto per il capo la storia si è chiusa irrimediabilmente. Per Montella no. Montella è rimasto anche ieri in attesa di una telefonata. Ma è stata la Roma a smettere di cercarlo. Ormai era tardi.
L’ALTERNATIVA – La Roma ha così ripreso il lavoro in cerca di un sostituto. Ed è arrivata a Zeman dopo una serie di riunioni, che la proprietà ha seguito passo dopo passo dagli Stati Uniti. Baldini anche in questa situazione ha avuto mano libera da Pallotta, che non è entrato nelle decisioni tecniche. I sondaggi, diretti e indiretti, hanno trovato grande disponibilità nell’interlocutore, che aveva annunciato la sua volontà di restare a Pescara quando era sicuro che alla Roma sarebbe andato Montella, suo vecchio pallino (era stato proprio Zeman a farlo acquistare a Franco Sensi nella primavera del 1999, poche settimane prima di essere sostituito da Capello). Ora però lo scenario è diverso. Zeman, come lo stesso presidente Sebastiani ha confessato, lascerebbe il Pescara soltanto per la Roma. E così sarà, a quanto pare.
GLI ALTRI – Nelle ultime settimane, per la verità, Baldini e Sabatini avevano sviluppato altre idee, altre speranze, per tenere in piedi più possibilità e poi decidere senza rimpianti. L’ultima pista è stata svelata ieri dall’entourage di Manuel Pellegrini, allenatore del Malaga con un passato nel Real Madrid, che è stato chiamato «per conoscere la sua situazione» . Ma è stata più che altro una telefonata esplorativa, la stessa che ha ricevuto in Italia Roberto Donadoni. Passato. La Roma adesso andrà da Zeman. «Il calcio» secondo la definizione usata da Totti, che questo vecchio maestro dalla giovane mentalità ha trasformato in campione.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.