Il patto è stato siglato a tavola, nel ritiro di Wieliczka. Cesare Prandelli ha dato subito la disponibilità al vicepresidente federale Demetrio Albertini e al direttore generale della Figc Antonello Valentini. Subito d’accordo sul fioretto da fare. «Se passiamo il turno e ci qualifichiamo per gli ottavi, andiamo a piedi al convento dei frati camaldolesi». Sanno bene dov’è. Ogni volta che vanno all’aeroporto Giovanni Paolo II di Cracovia lo inquadrano con gli occhi. Lassù, in alto sulla destra, vedono le tre guglie che sbucano dal bosco, in collina.
Impegno preso, a quanto pare tra le prime due gare, e subito mantenuto. La marcia all’alba, perché qui fa giorno prestissimo, al ritorno da Poznan. Tornati in ritiro a Wieliczka, Prandelli e gli altri sono saliti nelle rispettive stanze a togliersi la divisa ufficiale. Via giacca e cravatta, eccoli tutti in tuta e scarpe da ginnastica. In quindici alle tre di notte, per fare 21 chilometri fino al convento di Bielany. I calciatori, invece, sono andati a dormire, subito dopo la cena. Ma prima hanno salutato il gruppo, anche con qualche presa in giro.
Dietro il cittì Cesare Prandelli e al capodelegazione della Figc Demetrio Albertini, lo staff tecnico al completo e anche chi frequenta quotidianamente il ritiro di Wieliczka. Quindi Gabriele Pin (vice allenatore), Maurizio Viscidi (collaboratore tecnico), Giambattista Venturati (preparatore atletico), Vincenzo Di Palma (preparatore dei portieri), Renzo Casellato (recupero infortunati), Pierluigi Gennari (podologo), Luca Gatteschi (medico), Niccolò Prandelli junior (fisioterapista), Mauro Vladovich (segretario Figc), Roberto Guidotti (vice segretario), Roberto Massucci (responsabile sicurezza), Alfredo Matteucci (collaboratore sicurezza) e Thomas Palik (Uefa).
Quasi tre ore e mezza di cammino fino al convento: i più giovani hanno staccato gli altri, arrivati venticinque minuti dopo. In auto il rientro in albergo del gruppo. Alle sette e un quarto di mattina. Albertini ha confessato di avere le vesciche ai piedi. Buffon, però, ha rilanciato con una promessa ai quindici marciatori. Che per ora l’hanno rpesa come una battuta: «Se arriviamo fino in fondo e vinciamo l’Europeo, vado anch’io. Ma faccio andata e ritorno». Presto una Messa, invece, nel convento dei frati francescani a Wieliczka che è accanto all’albergo della nazionale (per due volte fu visitato da Papa Giovanni Paolo II). Saranno benedette le maglie azzurre.
Fonte: Il Messaggero
La Redazione
M.V.
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