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Il favoloso mondo azzurro di Hamsik: per il Napoli ha detto no a Milan e City

Non salta una gara di campionato dal febbraio 2012, ha stretto un patto di fedeltà con il presidente

Nel paradiso di Marek Hamsik: tutto l’azzurro che ha dentro di sé, lo avvolge ogni giorno. Il Milan e il Diavolo tentatore solo per qualche ora sono riusciti a scalfire le sue certezze: «Io amo il Napoli, amo i napoletani, amo la città: non ho mai pensato di andar via».
Sentimenti di un ragazzo perbene che ha la faccia da ricercatore universitario, con gli occhiali da primo della classe, modi gentili, sguardo di ghiaccio e la cresta da ragazzaccio. È nato a Banska Bystrica, nel luglio del 1987, due mesi dopo il primo scudetto conquistato dal Napoli di Maradona. Quando il popolo di Fuorigrotta lo cinge con affetto smisurato il suo cuore diventa più napoletano di molti altri. E in quella cresta di capelli, in campo, gli avversari intravedono ogni volta la pinna di uno squalo, pronto a mordere come uno spietato predatore dell’area di rigore: «Io qui sto bene, niente e nessuno mi farà cambiare idea su questa città meravigliosa».
Il suo è un mondo meraviglioso: vive lontano dal centro di Napoli, a Pinetamare, in una villa con vista sul mare di Castelvolturno, ed ha come vicino di casa El Kaddouri: non ama i locali alla moda, si concede qualche ora di shopping e al massimo una visita al suo barbiere di fiducia, a via Artiaco a Pozzuoli. Per il resto, la sua è una scelta di vita: ama la riservatezza, vuole essere felice di andare a spasso con Christian e Lucas, i due bambini nati dal matrimonio con Martina, senza correre il rischio di essere fermato dai tifosi. Ma quando questo succede, lo slovacco che viene dal freddo ma con il cuore caldissimo, non dice mai di no.
Il destino di Marek Hamsik sembrava segnato nell’estate del 2011: pareva essere lui il mister X nei piani di Galliani e Allegri. Si era lasciato andare, il centrocampista slovacco, nel corso di una intervista: «Vorrei andare al Milan». Un tentennamento, dinnanzi a tante certezze. Aurelio De Laurentiis riuscì a trattenerlo a Napoli chiudendo le porte in faccia a Mino Raiola, il procuratore originario di Angri che fiutava laute commissioni per portarlo alla corte rossonera.
Il tormentone durò poche settimane. L’anno prima era stato il Chelsea di Ancelotti a guidare l’assalto, rimediando un alto no. Da sei stagioni Marek Hamsik è il termometro del Napoli. La condizione dello slovacco rispecchia quella della squadra, o viceversa. Hamsik non segna dallo scorso 3 febbario, quando gli azzurri rifilarono un secco 2-0 al Catania. Da allora, lo slovacco ha cominciato il digiuno dal gol e il Napoli per un po’ non è stato più in grado di vincere. Eppure resta ancora giocatore fondamentale per gli azzurri: tant’è che quest’anno non ha mai saltato una partita. Sempre presente. E da titolare. Marekiaro (il copyright è di Paolo Cannavaro) non salta una partita dal 6 febbraio 2012 (Napoli-Inter) e nelle ultime tre stagioni ha salto solo tre gare.
Ha un contratto che scade nel giugno del 2016: quel giorno avrà 29 anni. Insomma, ancora un ragazzino. Un accordo che non è scalfibile da nessuna offerta e da nessuna tentazione. Neppure la rapina del Rolex, subito dopo la gara con la Sampdoria, lo hanno fatto tentennare. Eppure era la terza che subiva la sua famiglia. «Napoli non è questo, Napoli è il sorriso e la felicità della sua gente».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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