Questa partita l’ha giocata tante volte: con la Fiorentina prima (venne acquistato nel 1980 per 2,5 miliardi di lire, il doppio di Falcao), col Napoli poi (dal 1984 fino al 1986). Daniel Bertoni venne scelto da Juliano come spalla ideale, in campo e fuori, per Diego Maradona, appena giunto in Italia. I Pontello, nell’84, avevano appena ingaggiato Socrates e lo scaricarono frettolosamente. In azzurro, per far posto a lui, venne sacrificato Dirceu.
Domanda banale: chi vince questa sera? «Da tifoso di tutte e due le squadre spero nella squadra che lo meriti davvero al 90’: non mi è mai piaciuto neppure da calciatore vincere solo per un colpo di fortuna».
È una sfida scudetto, adesso. «Dite? Non credo: ai viola manca ancora qualcosa… al contrario del Napoli che non ha niente da invidiare a Juventus e Roma, le altre squadre che lotteranno per vincere il campionato fino alla fine».
Le piace Higuain? «Certo, è forte: ha grande potenza e fiuto del gol. Deve darsi da fare e segnare tanto in Italia se vuole andare ai Mondiali con l’Argentina da titolare. Sotto questo aspetto, ha fatto bene a lasciare Madrid dove era destinato a recitare una parte secondaria per andare in una città dove è un vero idolo».
Davvero c’è tutta questa concorrenza nella Seleccion? «Spietata. Ci sono il Kun Aguero, Palacio, Lavezzi e poi certe scelte dipendono molto anche da Messi. Dunque il Pipita deve risparmiarsi il meno possibile e far vedere quello che sa fare con il Napoli».
Come sta facendo fino ad adesso? «Non è ancora il vero Higuain. Per capire di che cosa è capace di fare Gonzalo, invito tutti a vedere i gol nella prima stagione al Real o nell’ultima al River Plate».
Ci vuole pazienza? «L’impatto con il campionato italiano non è semplice. I difensori in serie A si prendono libertà che altrove non possono prendersi. Anche io quando arrivai a Firenze il primo anno faticai ad ambientarmi. Ma Gonzalo ha già segnato 5 gol: un buon impatto. Ma è ancora al 50%».
Cosa hanno in comune Firenze e Napoli? «La gente vive per il calcio. Ovvio, due realtà profondamente differenti, ma anche in Toscana la passione era travolgente… E poi tutti e due le tifoserie non facevano che chiedermi di battere la Juventus. Un assillo».
Un ricordo di Fiorentina-Napoli? «Aveva appena finito di nevicare al Comunale, un freddo incredibile, io avevo i guanti: diedi palla Diego e lui fece un gol straordinario, in diagonale».
Fonte: Il Mattino
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