Aznavour, meglio Azanavourian, certo. Poi, passando al calcio, Youri Djorkaeff. Ma anche Alain Boghossian. Quando si parla di franco-armeni a queste latitudini, è giusto ricordare il centrocampista di Digne, 43 anni tra 5 giorni. Boghossian è legato naturalmente a OM e Napoli essendo l’unico giocatore nella storia a essere stato oggetto di un trasferimento tra le due società. Campione del mondo nel ‘98, ha giocato molto più in Italia (ha 5 volte le presenze in A rispetto al campionato francese). Allenatore diplomato, già secondo di Domenech e Blanc in nazionale, qui in Costa Azzurra aspetta un club che gli affidi una squadra. Intanto si prepara alla “sua” sfida, ricordando la sua storia che è anche la storia dei due club. Lo fa in una bella intervista apparsa ieri sulle pagine sportive de la Provence, giornale di Marsiglia. Partendo da un retroscena niente male: «Quel mio Om, stagione 93-94, viene dal trionfo della prima Champions League, contro il Milan. Ci sono Voeller, Desailly, Boksic, Deschamps. Uno squadrone. Ma le cose non vanno benissimo. Però la squadra è sotto l’osservazione di tutti. Durante l’anno partono per l’Italia Boksic, alla Lazio e Desailly per il Milan. Marcello Lippi, allenatore del Napoli in predicato di andare alla Juve, dove vorrebbe portare Didier (Deschamps, ndi), viene spesso a seguirci di persona. E mi scopre. Ma quando le cose stanno per concretizzarsi, salto OM-Montpellier per infortunio con lui in tribuna. Tutto sfuma. Ma Lippi, già juventino, mi consiglia al Napoli. Che approffita della crisi dell’Om e mi acquista».
NAPOLI, CHE VITA – Boghossian ricorda il suo arrivo e l’esperienza napoletana: «Quella era la città e la squadra orfana di Maradona, che se ne era andato da 3 anni. Ma Diego era in ogni momento negli occhi e nella bocca di tutti. E a noi era il portiere Di Fusco o il massaggiatore Carmando che ci raccontavano gli aneddoti del Pibe».
LIPPI MANCATO – Poi la Juve di Lippi si rifà sotto. Ma il destino gli nega nuovamente il passo: «Il 6 dicembre gioco con una frattura del naso e mi parte pure il legamento crociato…». Ma non è quello il ricordo vivo di Alain: «A Napoli il calciatore è adorato! Vero che l’anno prima i tifosi arrabbiati per il rendimento di alcuni giocatori erano andati al campo di allenamento con le mazze da baseball… Ma se facevi il tuo dovere nessun problema, eri il Messia. Entravi nel locali o nei negozi e uscivi senza pagare. Magari ti poteva capitare di essere a cena con la tua fidanzata e al tavolo si potevano sedere un paio di ragazzini per discutere della partita…Eppoi le bellezze di quella terra».
RIFERIMENTO – Napoli nel cuore, il calcio italiano in testa. Boghossian è sicuro: «Non alleno in questo momento. Ma il mio punto di riferimento è il calcio italiano. La loro professionalità è un esempio». E OM-Napoli? L’ex centrocampista la vede così: «Spero sia una festa per la gente, una supersfida. Il Napoli è protagonista in Italia ma l’OM può rilanciarsi»
Fonte: Corriere dello Sport.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro