NAPOLI – Uno stadio dove il Napoli di De Laurentiis ha conquistato due Coppe Italia, quella del 2012 a spese dalla Juventus e l’ultima con la Fiorentina a maggio scorso. Ma la trasferta all’Olimpico rievoca anche gli incidenti pre-gara con i viola che sono costati la vita dal giovane Ciro Esposito.
Nella disputa della prima finale, filò tutto abbastanza liscio. Il Napoli di Mazzarri, sfiancato dalla Champions dove era arrivato fino agli Ottavi, eliminato dal Chelsea, programmò la parte finale del campionato in funzione proprio della Coppa Italia. All’appuntamento con i bianconeri di Conte, che nessuno era riuscito a superare in campionato, i partenopei si presentarono nelle condizioni migliori. De Sanctis tra i pali, tre centrali difensivi (Cannavaro-Campagnaro e Aronica), quattro centrocampisti (Maggio-Inler-Dzemaili e Zuniga), due trequartisti (Hamsik-Lavezzi) a ridosso di Cavani.
Il Napoli, spinto da circa 40mila tifosi, disputò una gara ad alta intensità agonistica e con grande acume tattico, mettendo sotto i campioni d’Italia in un Olimpico strapieno. Vantaggio di Cavani su rigore procurato da Lavezzi, raddoppio di Hamsik su assist di Pandev, entrambe nella ripresa. Non ci furono recriminazioni, il Napoli aveva sfoderato una grande prestazione e la Juve dovette registrare la prima sconfitta stagionale, lasciando agli azzurri di sollevare la Coppa al cielo.
A maggio scorso, con la Fiorentina, stesso stadio ma scenario decisamente diverso. La gara venne condizionata dagli episodi gravissimi accaduti lontano dall’Olimpico, prima della gara, per cui lo svolgimento della stessa restò in bilico per tanto tempo. Si giocò in un clima surreale e di forti tensioni. Ma il Napoli di Benitez seppe dare prova di grande saldezza di nervi e disputo un’altra gara irreprensibile per qualità ed intensità. Vantaggio di Insigne su assist di Hamsik; raddoppio ancora di Insigne, servito da Higuain; rete di Vargas del due a uno; tris di Mertens allo scadere su passaggio di Callejon. Per la seconda volta, all’Olimpico, il Napoli era riuscito a conquistare il trofeo tricolore ma quella sera non si gioì come nel 2012. C’era un giovane tifoso napoletano che lottava con la morte in ospedale e nessuno se la sentì di far festa. Oggi a distanza di otto mesi il Napoli ritorna nello stadio della Capitale ma non avrà tifosi al seguito mentre la curva dei laziali resterà chiusa. I ricordi sportivi legati all’Olimpico restano comunque.
Fonte: Corriere dello Sport
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