Quella porzione di terra è calpestata da tanti piedi, “predestinati” e non. Così come in tutti gli ambiti, anche lì c’è chi riesce a sublimarne le caratteristiche e chi vive nei ricordi di un sogno mai realizzato. Osservandolo da spettatore vi si percepisce il peso di tante storie. Prima di tutto c’è il campo, origine del gioco e origine del calcio. Ogni rettangolo ha il suo “vissuto” e oggi vi vogliamo raccontare quello del “Francesco Denza”. Sorge in una della zone più belle della città, Posillipo. Per risalire ai suoi “primi vagiti” ci siamo fatti guidare da chi di storia ne ha vista un bel po’, restando per anni a guardia di un museo polveroso prima ed erboso poi. Renato Testa, custode dell’impianto, ci racconta quando nasce il Denza. “Dopo la seconda guerra mondiale, in contemporanea con la realizzazione del Parco Virgiliano. In principio, dove ora c’è il campo,esisteva solo un fosso, adoperato inizialmente come discarica. Successivamente all’ultimazione di strade come Via Petrarca e Via Manzoni, la discarica venne ricoperta con terreno. I bambini della zona iniziarono dunque a muovere i primi passi sul quel campo polveroso, gestito dalla Comunità dei Padri Gesuiti. Tra quei ragazzini speranzosi si distinse Gianni Improta, il quale approdò nel Napoli. Al concludersi della sua avventura in maglia azzurra, Improta si occupò poi della gestione dell’intera struttura, che migliorò sensibilmente. Si sviluppò così il Posillipo Calcio, squadra che ottenne risultati importanti nei campionati dilettantistici (nel 1976 vinse il campionato di Eccellenza all’ultima giornata contro l’Isernia e approdò in Serie D, ndr). Un passo fondamentale per la storia del campo è stato fatto nel 2006, con la realizzazione del manto erboso. L’area degli spogliatoi necessiterebbe di ulteriori ritocchi ma è praticamente impossibile avere aiuti dall’amministrazione pubblica…Ragazzi che sono riusciti a sfondare nel calcio che conta? Ricordo in particolare Antonio Floro Flores, umile e voglioso. Iniziava a correre ancor prima dell’allenamento e mi aiutava nel tracciare le righe del rettangolo di gioco con la calce. La fame e la voglia fanno la differenza, non a caso è arrivato in Serie A…”, rivela il custode che conserva nella sua memoria tanti retroscena. Testa ricorda bene quegli anni, ’97-’98. Nella categoria Giovanissimi Regionali il Posillipo aveva elementi di primo piano, classe ’83. Non solo Floro Flores, ma anche Gennaro Troianiello (attualmente al Palermo). Prometteva bene anche l’attaccante Bottore, non assistito dalla fortuna. Quella formazione vinse il proprio girone e perse ai quarti di finale dei play-off contro il Napoli Nord, ma era la più accreditata a vincere il titolo. A centrocampo agiva tra gli altri Fabrizio Sommella. Il Padova lo acquistò ma lui preferì la scuola al calcio giocato. Ora è il presidente della Boys Posillipo. In quel periodo al “Denza” si poteva ammirare una vera e propria “cantera”. Lo sa bene il direttore tecnico dell’epoca, Paolo Palermo, vicinissimo all’inserimento in squadra dell’attuale portiere del Parma Antonio Mirante che sabato sera affronterà il Napoli al San Paolo. Il ragazzo effettuò due allenamenti a Posillipo, troppo lontano però da Castellammare di Stabia. Storie di occasioni colte e mancate, storie di vita, storie di campo…
Servizio a cura di Antonio Fusco, Dario Gambardella e Francesco Pugliese
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