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Il decalogo di De Laurentiis per un Napoli virtuoso e vincente

Con l'arrivo di Benitez inizia un ciclo per il presidente partenopeo che sarà molto ambizioso

Il futuro è adesso: in quel decalogo al quale si può accedere incollando i pensieri sparsi di De Laurentiis, le sue aspirazioni e la volontà d’essere sempre «virtuoso e vincente» . Il Napoli che verrà è ovunque, non solo nel mercato, ma su quel tavolo (non le tavole, sia chiaro: non si mischia il sacro con il profano) in cui è racchiuso un piano che va da uno a dieci: la scalata all’olimpo degli Dei.

TUTTO SU RAFA – Per stupire con effetti specialissimi e superare di slancio l’eventuale choc per l’addio di Mazzarri, la mossa a sorpresa che spiazza il mercato è la scelta del successore ad una panca ambita e però complessa, spigolosa: Rafa Benitez ha un carico di successi da far impallidire e i successi collezionati tra il Valencia, il Liverpool e il Chelsea conferiscono al «progetto» quel senso di autorevolezza che viene richiesto per completare il processo di crescita. Il leader carismatico è in quel tecnico pluridecorato che De Laurentiis (e Bigon e Chiavelli) incontrano a Londra per un’investitura (quasi) da special one.

VOGLIA DI EDI – La calma è la virtù dei forti e in quel caos disorganizzato che il mercato, De Laurentiis sceglie il profilo alto e la freddezza: il City preme, però restano al di qua dell’unica via d’uscita per arrivare al matador, la bandiera offensiva d’un Napoli che vuole vivere da grande: «Ha un contratto da quattro anni e una clausola da sessantatré milioni di euro» . Resistere, resistere, resistere a oltranza: e non c’è verso d’ingolosire il Napoli proponendo un bel pacco di soldi. La frontiera è quella cifra incastonata nell’accordo, nel suo piccolo una garanzia: «Se Benitez mi ha chiesto Torres? Al mister piace Cavani»
VERDE, BIANCO E ROSSO – Alla faccia della scaramanzia: nulla è per sempre, persino la superstizione, dalla quale Aurelio De Laurentiis decide di affrancarsi – almeno per una volta – nel corso della conferenza stampa con i tifosi attraverso twitter, sfruttata per ammettere ciò che frulla nel testa, quanto sinora è stato sempre (invece) liquidato con qualche battuta: «Io ci credo nello scudetto» . Visto da vicino, tre stagioni fa, induce all’estasi. 
THE CHAMPIONS – Ma poi c’è da sfatare altro, anche la tesi che sia difficile e quasi impossibile far bene tanto in campionato quanto in Europa: la Champions è la vetrina più scintillante del calcio e il Napoli ci torna per la seconda volta. La prima volta fu un successo ma in De Laurentiis è venuta la voglia di andare oltre: «E capire perché mai sia così complicato avere un rendimento soddisfacente ovunque»
ULTIMO STADIO – Il san Paolo mostra gli anni attraverso le crepe ma la soluzione il Napoli l’ha trovata da un po’ ed ha scoperto che (maledizione) cozza contro la burocrazia d’un paese in cui non solo manca la legge sugli stadi ma sia anche complicato (eufemismo) intervenire sulla struttura preesistente: «Il nostro progetto è in progress da almeno quattro anni. Io spero di poter restaurare il San Paolo» . E’ il tempio di Maradona, è un pezzo d’una storia che può ricominciare là dentro, dov’è racchiusa l’età dell’oro di Diego e pure quella della rinascita del Terzo Millennio. 
TELECOMANDO-  Ciak, si vara Napoli Channel, una delle tentazioni del duemilaquattro, il segnale d’una modernità nel campo della comunicazione già sollecitata ricorrendo a twitter. Lo studio è avviato e i tempi sembrano maturi: «Credo che entro la fine del 2013 si potrà partire». E si smetterà su quell’orizzonte azzurro: un canale (chiaramente) monotematico, sul quale De Laurentiis scommette in prima persona. 
AL CENTRO – Castelvolturno è casa Napoli e nel decennio è cambiato: altro succederà ancora, per consentire a Benitez di ricostruirsi un habitat naturale, di lavorare seguendo le proprie dinamiche e, innanzitutto, le telecamere attraverso le quali monitorare il lavoro quotidiano e poi rivederlo assieme alla squadra. Il Grande Fratello sta per atterrare in Pineta 
MAREKIARISSIMO – Niente segreti, perché svelare i propri affetti non rappresenta un limite: ma Hamsik è il «figlio adottivo» preferito da De Laurentiis, il prototipo del calciatore-modello che, arrivato nel 2007, s’è legato al Napoli sistematicamente e persino firmando su un tovagliolo il rinnovo sino al 2016. «Marek ha visto il nostro mare, lo ritiene il più bello ed ha deciso di nuotarci a lungo» . Il rinnovo è un desiderio, che si potrà realizzare senza eccessivo can-can, semplicemente legittimando quanto sostenuto dal vanto dell’Est: «Io qui sono felice»
EMIGRARE – L’ultima proposta conduce ovunque, in Inghilterra, in Spagna o anche negli Usa: il calcio di De Laurentiis non ha confini e la prossima mossa conduce ove ci sia a possibilità di acquistare un nuovo club, da affidare a Edy Reja, da utilizzare per lasciar (magari) crescere qualche talento che in Italia potrebbe soffrire le pressioni. 
RIMODELLARE – Il fair play finanziario, poi i diritti d’immagine e ora una rielaborazione complessiva: della serie A che a venti squadre sottrae energie ( «a sedici si vivrebbe con maggior dignità» ), dei tornei europei ( «un grande campionato, con i migliori club: che aiuterebbero i bilanci delle società» ). Un assist per Platini e per Blatter. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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