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Il consiglio di Suma alle big: “Occhi su Dossena che non si trova bene a Napoli”

Se non hai i soldi per arrivare a Fabregas, devi avere la bravura per arrivare a Nocerino. Per la serie, con i soldi son capaci tutti…ma è senza i soldi che si fa la selezione anche fra i dirigenti. In un calcio italiano che non vive nella torre d’avorio ma che respira lo stesso clima dimesso e recessivo del Paese, a volte aguzzare l’ingegno può essere molto più utile che inseguire chimere dannose e dispendiose. Con il rischio di rimanere con un pugno di mosche in mano, vedi Aguero nell’estate 2011 nei confronti della Juventus, con il top player cui tu dedichi decine di titoli ogni giorno che manco ti dedica uno sguardo, una virgola, una soffiata di naso. Ecco allora che sia nella Juventus che ogni tanto latita sugli esterni e in mezzo appena scocca l’ora di un infortunio (e giocando ogni tre giorni l’anno prossimo ce ne saranno molti di più di contrattempi), sia nel Milan che nell’Inter, starebbero bene due giocatori che sognano ogni giorno di giocare in uno di questi Club. Non sono Messi e non sono nemmeno parenti di Messi, ma sono tanta sostanza. Parliamo ad esempio, ma non solo, di Salvatore Bocchetti: compirà 26 anni quest’anno, già convocato da Lippi per i Mondiali 2010 in Sudafrica. Un difensore centrale che ha fatto la sua bella esperienza internazionale nel Rubin Kazan ma anche in più di una Nazionale italiana giovanile e non e che potrebbe, sia in Champions League che in Europa League per quanto riguarda l’Inter, essere utile per completare all’insegna della qualità e dell’affidabilità il reparto difensivo. Lo stesso dicasi per Andrea Dossena che sta per compiere 31 anni e che forse, per tanti motivi, così bene a Napoli non si trova. Ex Udinese e Liverpool, Dossena è il classico atleta che, se debitamente considerato e valorizzato, in un grande Club, in un momento di mercato in cui i laterali offensivi latitano, può fare sia il titolare che la prima alternativa. Bocchetti è in scadenza di contratto 2013, Dossena 2014. Parliamo di giocatori seri, che non ti lasciano mai a piedi e che ti danno una mano quando ne hai bisogno. Se si ha la giusta scelta di tempo e la volontà da entrambe le parti, vengono via. Non facile facile, ma vengono via. Basta saper scegliere senza curarsi troppo della mediaticità e dell’appeal che poi, alla domenica e al mercoledì, non vengono convocati. In quei casi, vengono convocate le gambe che devono correre. Senza troppi fronzoli.

Fate bene i conti con me: il Milan ha giocato prima della Juventus sabato 17 Marzo a Parma (alle 18.00 contro le 20.45 della Juventus a Firenze), sabato 24 Marzo con la Roma (la Juventus la sera dopo con l’Inter) e sabato 31 Marzo a Catania (la Juventus la sera dopo con il Napoli). Non solo: la Juventus giocherà dopo il Milan con il Palermo (le 18.30 contro le 15.00 del Milan contro la Fiorentina), con la Lazio (il Milan scende in campo la sera prima a Verona), con il Cesena (Milan in campo la sera prima contro il Genoa a San Siro) e con la Roma (Juventus alle 20.45 di domenica 22 Aprile, Milan alle 15.00 contro il Bologna). E dopo aver già goduto di 7, leggi bene, 7 vantaggi, la Juventus fa la schizzinosa perchè alla penultima di Campionato il Milan gioca di sera, contro l’inter, dopo la Juventus impegnata nel pomeriggio sul campo neutro di Trieste contro il Cagliari? Ma stiamo scherzando?! Con i nuovi orari di anticipi e posticipi, la Lega è stata equa: un posticipo alla Juventus contro la Roma e uno al Milan contro l’Inter. Il presidente della Juventus vuole la contemporaneità alla penultima? Benissimo, si ricordi allora, se lo faccia segnare sull’agenda da chi aveva involontariamente spinto Chiellini davanti alle telecamere la sera di Milan-Juventus di coppa Italia, che correttezza vuole che si giochi in contemporanea anche il 22 Aprile fra Milan-Bologna e Juventus-Roma. O no? O lo spintonatore involontario lo vuole proprio tutto e solo bianconero il calendario? La verità è che ormai è diventata un’abitudione. Prima di ogni partita del Milan deve sempre succedere qualcosa. Poche ore prima di Catania-Milan l’intervista sulle scorie di Calciopoli, il giorno prima di Milan-Fiorentina il polverone sul calendario. Così, giusto per mettere le cose a posto e per consentire agli arbitri di essere tranquilli al momento di prendere le loro decisioni…

Aiuto! Hanno fatto sparire la Supercoppa Italiana. Nella scorsa stagione, la Rosea celebrava il mini-triplete dell’Inter (Supercoppa Italiana, Mondiale con il Mazembe e Coppa Italia), quest’anno invece sui giornali di tutti gli altri colori e magari anche per la Rosea stessa, la Supercoppa non è stata assegnata. Già, perchè se il Milan non vince lo Scudetto in questa stagione non vince niente…La Supercoppa Italiana è stata il primo evento della stagione 2011-2012, giocata l’8 Agosto 2011 a Pechino, una Supercoppa-derby, un grande evento, è l’unico titolo assegnato fino ad oggi nel calcio italiano, ma sembra non esista. E’ stato rimosso, magari dagli stessi geni del marketing che avevano cercato di trasformare un importante torneo giovanile nella Champions League B. Insomma il risultato finale è che quando la vince l’Inter la Supercoppa conta ed entra nei bilanci stagionali, se la vince il Milan la comunicazione sportiva italiana se la dimentica. Ma non è mica il Milan che muove le leve e controlla tutto? Meglio farsi una risata e fare come i vouyer. I guardoni, i macumbari, che sono fuori da tutto e sotto tutti e che non dormono la notte sperando che la Juventus vinca tutto. Chi sono? Sono quelli che tifano per la stessa squadra di quel noto giornalista che nel pomeriggio del 29 Maggio 2005, in una diretta televisiva, squittiva adorante verso Luciano Moggi: “Luciano hai visto? Non hanno vinto niente, Luciano, sei contento?”. E poi fanno i rivali. Una rivalità di plastica, inesistente, uno specchietto per le allodole. In realtà Milano è piena di guardoni che non vedono l’ora di andare a festeggiare lo Scudetto con gli amici juventini. Il derby d’Italia, una definizione fabbricata nelle redazioni che contano solo per indispettire i Milanisti, è in realtà una staffetta. Come quella che c’è stata, nell’estate del 2006, quando, in funzione unicamente anti-milanista, la Juventus ha regalato Ibrahimovic e Vieira all’Inter per far passare lo scettro da casa bianconera a casa nerazzurra. Non a caso dopo quattro scudetti Juventus in cinque anni sul campo dal 2002 al 2006, ce ne sono stati fino ad oggi quattro su cinque dell’Inter dal 2007 al 2011. E il Milan, la vera grande squadra italiana nel mondo, un cigno troppo bello con i suoi 18 titoli internazionali per non essere invidiato, che finisce come sempre nella morsa. Ma a pensarci bene è meglio essere gloriosi e titolati, che invidiosi e tutelati.

Fonte: Mauro Suma per Tuttomercatoweb.com

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