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Il Coni al fianco di Stendardo: «Da applaudire»

Il presidente Petrucci «L’Atalanta non punisca chi esercita un suo diritto»

Bacchettato dal proprio allenatore per aver preferito sostenere l’esame per diventare avvocato ad una partita di Coppa Italia con la sua squadra. È il caso di Guglielmo Stendardo, difensore dell’Atalanta, che in questi giorni è impegnato a Salerno nello svolgimento delle prove scritte per l’abilitazione alla professione forense. «L’esame si può sostenere ogni anno, noi siamo professionisti ben pagati», aveva detto martedì il tecnico dell’Atalanta, Stefano Colantuono. Ieri, però, è sceso in campo al fianco di Stendardo il presidente del Coni, Gianni Petrucci: «Stendardo va premiato, non punito – ha detto il numero uno dello sport italiano -. Faccio un appello a Percassi: siamo seri, siamo sereni. Si può punire un ragazzo che ha esercitato un suo diritto? Il calcio si prende troppo sul serio. Bene ha fatto Stendardo. È vero che c’è un contratto, ma c’è anche il buonsenso. Un applauso a un ragazzo che, dopo la laurea, vuole conseguire anche la specializzazione».
Dopo le parole di Petrucci, l’Atalanta ha convocato una conferenza stampa per precisare la sua posizione. «Stendardo è un calciatore che ho voluto io all’Atalanta – ha detto il dg orobico, Pierpaolo Marino -. Mi aveva fatto presente la sua necessità un mese fa e gli ho detto che l’ultima parola per i permessi spettava all’allenatore. Il calciatore non va messo in croce, ma è difficile che domenica giochi contro la Juve. Probabilmente ci saranno sanzioni». E Colantuono ha aggiunto: «È stata una questione di tempistica. Guglielmo è venuto da me solo giovedì scorso. Me l’avesse detto prima, ci saremmo organizzati meglio. Il suo esame è capitato nel mezzo di una settimana molto importante per noi visto che c’era la Coppa Italia e poi la trasferta di Torino, così l’ho convocato lo stesso. Avrei voluto impiegarlo in Coppa, contro la Roma, ma lui ha fatto la sua scelta».
Il difensore napoletano, intanto, è concentrato sull’esame. Ieri, insieme agli altri candidati, Stendardo ha sostenuto la prova di diritto penale. Alle 8.30, puntuale, ha raggiunto l’aula dell’Università di Salerno dove il giorno prima aveva svolto la prova di diritto civile. Al suo arrivo, ha trovato una gradita sorpresa: gli altri esaminandi hanno voluto esprimergli la loro solidarietà. In molti gli si sono avvicinati per dargli sostegno e conforto e ribadirgli la propria ammirazione per la sua scelta. Stendardo rispetta la consegna del silenzio impostagli dalla società, perciò non ha rilasciato dichiarazioni. In aula è apparso sereno. «Stendardo ha svolto la prova con grande impegno e con la massima serietà – ha dichiarato uno dei componenti della commissione d’esame, l’avvocato salernitano Andrea Criscuolo -. È un po’ dispiaciuto per il clamore che ha avuto la vicenda, si sente una sorta di pecora bianca nel mondo del calcio per la sua scelta». Stendardo ha consegnato il suo compito intorno alle 16 ed è tornato nella sua casa nel Cilento. «Stendardo – prosegue l’avvocato Criscuolo – ha avuto fin dal primo momento un atteggiamento molto umile. È stato gentile e disponibile con tutti quelli che gli chiedevano notizie della sua situazione o anche una foto ricordo». Oggi tornerà in aula per la terza prova. I suoi colleghi si sono schierati dalla sua parte tant’è che, a quanto pare, oggi diffonderanno un comunicato in cui gli esprimeranno la loro vicinanza morale. Come ha fatto già ieri l’associazione Avvocaticalcio, presieduta da Claudio Pasqualin. Al suo rientro a Bergamo, Stendardo parlerà con Colantuono e Marino. La società, in ossequio al regolamento interno, dovrebbe multarlo ma non sembra intenzionata a prendere provvedimenti clamorosi come l’esclusione dalla rosa.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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