Alla drammatica telenovela dell’ippodromo di Agnano si è aggiunta ieri una nuova puntata: un avviso di sfratto. Lo hanno notificato negli uffici della direzione dell’ippodromo due messi comunali. Un avviso, partito dall’ufficio Patrimonio del Comune di Napoli, che intima alla Ippodromi Agnano spa di lasciare l’impianto entro quattro giorni, in mancanza di risposte adeguate alle motivazioni che hanno determinato lo sfratto. Nel testo dell’avviso si fa riferimento tra l’altro alla rescissione della convenzione da parte dell’Assi per l’organizzazione delle corse. L’ufficio Patrimonio in pratica sostiene la decadenza del contratto di fitto in mancanza della licenza per effettuare le corse. «La revoca della concessione – puntualizza Francesco Ruffo della Scaletta, dirigente per l’ippica del ministero delle Politiche Agricole – è stato un atto dovuto della pubblica amministrazione che può essere ritirato in presenza di idonee garanzie e che non preclude la presentazione di un’istanza di concordato».
Il provvedimento di sfratto, apparentemente ineccepibile dal punto di vista burocratico, sembra difficilmente attuabile in tempi brevi. L’impianto ospita seicento cavalli che non sono di proprietà dell’Ippodromo Agnano spa. Sloggiarli da un giorno all’altro è impresa impossibile. Inoltre la residenza di tanti cavalli impone la prestazione di alcuni servizi essenziali: sorveglianza ai cancelli d’ingresso, rimozione del letame, controllo e manutenzione delle cabine elettriche. Servizi che i dipendenti di Agnano, in sciopero o in cassa integrazione, hanno sempre assicurato.
Sulla vicenda stretto riserbo dei dirigenti, trapela soltanto che le modalità della notifica andrebbero contro ogni principio che regola i rapporti contrattuali e che i legali della società sono già a lavoro. Il provvedimento sorprende anche le organizzazioni sindacali territoriali di Slc-Cgil, Fisascat-Cisl e Uilcom-Uil che non più tardi di giovedì sera avevano partecipato ad un incontro in Comune con l’assessore al Lavoro Panini e con i dirigenti aziendali. «In quella sede – spiega Osvaldo Barba, segretario della Slc-Cigl – non era stata fatto nessun accenno al provvedimento che è stato poi notificato dopo poche ore. Alla luce degli ultimi avvenimenti chiediamo al Comune di uscire in tempi brevi dal limbo».
Nell’incontro in Comune, Papalia aveva annunciato che la Ippodromi Agnano spa stava per presentare in Tribunale un’istanza di concordato preventivo in continuità gestionale che, se accettata, avrebbe consentito di sbloccare i corrispettivi maturati presso l’Assi con i quali pagare i dipendenti e riprendere l’attività. In caso di inattuabilità del nuovo piano di Papalia, il Comune avrebbe sciolto ogni vincolo ed elaborato un bando di gara per affidare l’ippodromo ad una nuova società. Il bando richiede tempi tecnici non brevi e la chiusura dell’ippodromo dovrebbe essere forzatamente prolungata di almeno altri quattro-cinque mesi. Ecco perché molti lavoratori di Agnano, nonostante le tantissime promesse cadute nel vuoto, erano propensi a concedere a Papalia ancora qualche giorno di tregua. Ora l’intimazione di sfratto rimette tutto in discussione.
I dipendenti (settantasette in pianta stabile, e quarantanove part-time) che non ricevono lo stipendio da luglio sono disperati, ma sono in difficoltà anche i driver, gli allenatori e i proprietari di scuderie che hanno venduto i cavalli e tagliato il personale. In ginocchio le attività di tutta l’area, la cui economia ruotava alle corse. Agnano, spazi verdi e cavalli, con tanta gente nel parterre e sulle tribune fino a qualche anno sembrava un’isola felice. Ora versa nel degrado, il rilancio non sarà comunque facile.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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