La soglia che separa la calma (apparente) dalla paura (imminente) è in quel giro di lancette che conduce verso l’oscurità, perché quando Napoli-Juventus s’è ormai dissolta e divenuto già un cumulo di polemiche, il tam-tam d’una città in preda al timore è nelle telefonate che si accavallano al centralino dei Vigili del fuoco, nelle 180 richieste di soccorso, che si accatastano dopo che ne sono state effettuate trecento circa. Il calcio, intanto, è un pantano di teorie e di congetture, di analisi post-datate e di posizioni contrastanti: e il giorno dopo, quando ormai il pallone è gonfio di divagazioni, a Palazzo San Giacomo, praticamente casa-De Magistris, si possono registrare gli spifferi, non dichiarazioni «sulla priorità che va riconosciuta alla sicurezza, sull’inutilità di avventurarsi in polemiche, sulle ripercussioni del maltempo per la città».
CULTURA DEL SOSPETTO – La cronaca separata dalle opinioni è in quello stato di fibrillazione collettiva, nel racconto di Antonio, 74 anni, che in via Cinthia, uno sbadiglio dal san Paolo, è rimasto intrappolato – ieri mattina – con la propria macchina in un lago e quando sono arrivati i pompieri in lacrime li ha ringraziati incredulo: «Sto morendo, vero? Grazie, vi ha mandato il cielo» . E invece, dall’alto, è pioggia e terrore, quanto basta per scatenare l’ira (istituzionale) di Pina Tommasielli, l’assessore allo sport di una Napoli in ginocchio, ed aprire un nuovo fronte: «La Lega Nord sta creando la cultura del sospetto, della discriminazione e una sorta di razzismo verso il Sud. Noi abbiamo attuato quella che, nel momento in cui è stata presa, rappresentava la scelta più giusta. I dirigenti della Juventus, mi pare, hanno ritenuto giusta e corretta la posizione del Prefetto, del Sindaco, della Protezione Civile. Poi se esistono polemiche, queste non arrivano ufficialmente dalla Juventus. Ma è evidente che non c’era la possibilità di garantire tranquillità sulle vie di uscita».
«LA SCELTA GIUSTA» – L’imbuto, adesso, nel quale confluiscono le voci, raccoglie le scorie nervose d’una due giorni di vasta interpretazione e ciò che resta di una domenica svuotata di Napoli-Juventus per motivi d’ordine pubblico sono le scariche di reazioni che piovono dal Comune, dall’assessore alla Mobilità e alle Infrastrutture, Anna Donati, un ombrello per ogni appunto che galleggia nell’aria: «La preoccupazione era forte, le previsioni per nulla incoraggianti: si temeva peggioramento in serata. Le ragioni del rinvio sono state fondamentalmente tre: aver dovuto chiudere sottopassi della città a rischio allagamento, con riflessi sulla mobilità; sapere che migliaia di tifosi si sarebbero concentrati in un momento della giornata a rischio; aver avuto un sistema di controllo e vigilanza impegnato sulla partita, con la possibilità che si venisse a creare una condizione di pericolo in altre zone. Le misure di sicurezza vengono assunte nell’interesse generale» . La Polizia ha redatto un dossier per la Prefettura dal quale è emersa la criticità della viabilità intorno al San Paolo, con presenza sul territorio di accumuli di detriti come sassi, pietre, rami, pericolosi anche nel quadro dell’ordine e della sicurezza pubblica.
Morale, triplice fischio e si rigioca il 29.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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