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Il Comune di Napoli boccia il progetto Filmauro del “mini” San Paolo e avvia le procedure per lo sfruttamento commerciale

L'analisi di Marco Bellinazzo sulla questione San Paolo

Bocciata la riduzione della capienza, bocciata la proposta economica che, a fronte di una concessione gratuita per 99 anni “determinerebbe un effetto simile a una improponibile cessione gratuita”. Questi i punti principali con cui il Comune di Napoli ha dichiarato oggi che lo studio di fattibilità presentato dal Napoli per la ristrutturazione dello stadio San Paolo non può essere definito di interesse pubblico. Il Comune ha dato 45 giorni di tempo al Napoli per rivedere lo studio. Lo studio è stato infatti istruito ed esaminato dall’amministrazione comunale che “ha ritenuto di non poter esprimere l’interesse pubblico sulla proposta che andrebbe quindi rimodulata”, si legge nella delibera firmata dall’assessore allo sport Ciro Borriello e approvata ieri dall’amministrazione De Magistris. La giunta ritiene infatti che, come si legge nell’atto, “le risorse economiche destinate effettivamente alla riqualificazione dello stadio ammontano a poco più di 14 milioni di euro e sono dirette a finanziare interventi di manutenzione e di rifacimento degli impianti, oltre alla riduzione della capienza da 60.240 a 41.000 posti. La riduzione della capienza proposta dalla Società Sportiva Calcio Napoli, in particolare nei settori più popolari, è anch’essa conseguenza di valutazioni economiche e di mercato che, seppur legittime, rischiano di escludere dallo stadio una parte notevole di tifosi proprio da quelle partite di cartello che più delle altre infiammano la tifoseria partenopea, notoriamente e tradizionalmente tra le più appassionate del mondo”.

Bocciato anche il rapporto tra esborso economico del Napoli e durata della convenzione: “a fronte – continua la delibera – della esecuzione delle opere innanzi descritte, la proposta prevede la concessione esclusiva dell’impianto per 99 anni”, periodo per cui “non è previsto il pagamento di alcun canone in favore del Comune. Alla durata della concessione ed alla mancata previsione di un canone in favore dell’Amministrazione per l’intero periodo di durata, la proposta della Filmauro spa per conto della SSC Napoli determinerebbe un effetto non dissimile da una improponibile cessione gratuita”. Il Comune nel “perseguire l’obiettivo di una corretta collaborazione con la Società sportiva Calcio Napoli” per arrivare a una soluzione ha comunque “invitato la Filmauro srl (la società di De Laurentiis che ha presentato lo studio di fattibilità, ndr) e la S.S.C.N. spa a riformulare lo studio di fattibilità elaborando una proposta maggiormente rispondente agli interessi sia della città che dei tifosi”. Per la nuova proposta il Comune ha dato 45 giorni di tempo.

Nel frattempo, l’Amministrazione comunale ha dato mandato al Servizio progettazione realizzazione e manutenzione degli impianti sportivi di “provvedere all’elencazione delle opere necessarie alla riqualificazione” del San Paolo e “alla quantificazione dei relativi oneri economici, e quindi di attivare linee di credito presso la Cassa Depositi e Prestiti e il Credito sportivo”. Questo nell’ipotesi di “mancata riformulazione dello studio di fattibilità o di mancata rispondenza all’interesse pubblico” da parte del Calcio Napoli. Per la Giunta de Magistris lo stadio “necessita di non più differibili interventi di riqualificazione e di ammodernamento”. La Giunta dà mandato al Servizio progettazione inoltre di “avviare i procedimenti per la sponsorizzazione dello stadio, per lo sfruttamento pubblicitario degli spazi esterni, per la sponsorizzazione dei sediolini, per l’affidamento delle attività economiche connesse all’utilizzo dello stadio, per l’implementazione di tali attività, se del caso previa riconversione e affidamento a operatori economici privati degli spazi interni e, infine, di programmare la gestione a reddito dell’impianto, da destinare ad arena cittadina per lo svolgimento di attività sportive e manifestazioni canore e culturali di grande richiamo”.

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