Sulla questione del cambio nome dello stadio Collana in stadio della Liberazione proposto dal comune di Napoli ritengo sia giusto che siano i cittadini napoletani a decidere, magari con un referendum, in linea con la tanto sventolata democrazia partecipativa. L’evento della Liberazione dal nazifascismo merita di essere ricordato sempre e di avere piena dignità. Considerando che c’è già piazza Quattro Giornate, proprio davanti all’impianto dedicato ad Arturo Collana e che ingloba la pista di atletica dedicata al giornalista Salvatore Massara, ciò andrebbe solo a generare confusione. L’idea di dedicare un ulteriore toponimo alla Liberazione potrebbe essere associato a Ponte della Sanità, intitolato a Maddalena Cerasuolo, la donna simbolo di quei giorni. Mi sembra un ulteriore provincialismo dedicare solo un campo di calcio alla Liberazione e mi auguro anche che si rispettino le esigenze della città in scelte più delicate come quella di restituire al Vomero , l’unico palasport coperto per il basket e la pallavolo. Ho appreso con rammarico la decisione di Pasquale Panza di abbandonare la massima serie con l’ex Phard di pallacanestro femminile. Il momento economico è difficile, per chi è costretto a vivere di sponsorizzazioni. Le soluzioni ci sono, anche se non facili: investire nei settori giovanili e nell’attività di promozione, ma anche e soprattutto nell’impiantistica. Proviamo ad utilizzare, però, tutto quel che abbiamo. Nel 2008/09 recuperai come assessorato allo sport, quasi 5 milioni di euro di finanziamenti regionali per l’impiantistica sportiva. Si tratta di finanziamenti vincolati alla realizzazione di quegli interventi concordati con la Regione. Dobbiamo essere attenti a non perderli. Il Comune con coraggio, ha emendato il regolamento sull’occupazione di suolo pubblico consentendo anche alle attività con scopo di lucro notevolissime riduzioni, fino al 100 per cento, se promuovono l’immagine di Napoli. Si potrebbe replicare l’iniziativa anche per il regolamento dell’utilizzo degli impianti sportivi, consentendo, ad esempio, alle squadre che militano in A, nei vari sport, di avere le stesse facilitazioni.
Fonte: Alfredo Ponticelli per Il Mattino
La Redazione
M.V.
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