Lo ripete quattro volte. Lo ripete ogni volta che può: «Chi vuole capire, capisca. Altrimenti, per me non ci sono problemi». Tuoni e fulmini di Walter Mazzarri alla vigilia della gara col Chievo. La faccia di cemento del tecnico azzurro nasconde ore di tormento e di amarezza. I soliti sospetti, quelli di una manovra di accerchiamento a tenaglia contro il suo Napoli. Un fuoco concentrato proveniente da ogni direzione.
E allora Mazzarri parte con i tuoni: «Il deferimento? Noi siamo parte lesa, altro che storie. Ho fiducia nella giustizia sportiva, credo ciecamente in Grava e Cannavaro che sono entrambi molto sereni. Questa vicenda non inciderà sul loro rendimento in campo. Non mi aspetto nessuna penalizzazione». L’allenatore di San Vincenzo probabilmente non si aspettava il deferimento del club. Di sicuro non se l’aspettava, né lui né la società, adesso, due anni e mezzo dopo la presunta tentata combine. E dopo mesi e mesi di indagini e di audizioni.
Mazzarri va avanti con i messaggi, spesso poco chiari ma di sicuro forti: «Io sono carico e motivato e mai come adesso mi sto divertendo a rispondere a tutti i detrattori. Forse non sono simpatico. Ma da quando siamo arrivati Bigon e io, meglio di quello che potevamo fare tenendo conto del budget non si poteva. In Italia e in Europa nessuna ha fatto meglio di noi. Anche il Dnipro non ha badato a spese. Giochiamo le coppe europee da tre anni consecutivi, una cosa che non capitava dai tempi di Maradona. Questi sono i numeri. Chi vuol capire capisca…».
L’amarezza non si attenua neppure per un istante. L’inquietudine resta lì, sotto pelle. Tira fuori un foglietto di appunti. Legge: «Il Manchester City ha perso 3-1 con l’Ajax, il Real Madrid a Dortmund, l’Arsenal in casa con lo Schalke 04 e la Juve ha pareggiato con una squadra di cui non so dire neppure il nome perché fino a martedì in pochi conoscevano. Questo per dire che le figuracce non le fa solo il Napoli». Le sue parole pesano come pietre perché Mazzarri neanche per un attimo prova a fare il diplomatico. «Abbiamo perso col Dnipro, vero. Ma a testa alta. C’è chi ha persino strumentalizzato il gesto dei tifosi. Erano arrabbiati, è giusto. Ma abbiamo dato il massimo, tutti. Avete visto Donadel? È entrato duro su un avversario, senza paura, in uno stadio che era una bolgia. Questi sono fatti».
Non è finita. I fulmini arrivano con la solita domanda sul suo futuro. Si stufa. «Mai detto di avere la valigia in mano, mai detto di voler andare via. Ho detto che a maggio, avendo un contratto dalla durata di un anno parlerò con la società. Punto. Pure Guardiola per 4 stagioni ha vissuto così nel Barcellona, ma lì non è che ogni volta gli chiedevano che cosa avrebbe fatto. Perché rispondo? Che devo fare se me lo chiedono sempre? Da adesso in poi me ne starò zitto. Ma tanto anche il mio silenzio verrà strumentalizzato».
Non risparmia parole di fuoco, appena può mostra i nervi tesi: «Se siamo sereni? Quale motivo c’è per non esserlo? Quello che dovevo dire in merito alla gara di Europa League l’ho detto dopo la partita: chi voleva capire avrà capito, degli altri non mi interessa». Meno male che stasera si gioca: «Daremo l’anima per superare il Chievo. L’arrivo di Corini li ha rigenerati. Noi per tradizione abbiamo sempre avuto problemi con loro. Non so se recupero Behrami e ho un solo dubbio, ma lo tengo per me». Poche ore dopo, con il problema muscolare di Cavani, i dubbi diventano due.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
