Il Chelsea scopre la bolgia di Napoli

L’orizzonte terso e laggiù, nitida, la sagoma di Capri, qualche nuvola verso Fuorigrotta, ad annunciare la pioggerellina che più tardi ha bagnato la rifinitura al San Paolo, ma anche uno spicchio di sole puntato come un faretto sul Vesuvio. La Napoli da cartolina c’è tutta e lusinga tutti i sensi, non solo la vista, perché a stuzzicare l’olfatto arriva forte il profumo del mare e pure quello della fritturina di pesce che sale, intenso, dalle cucine di Zi’ Teresa , a metà strada tra i terrazzini dell’hotel Vesuvio e Castel dell’Ovo. Ai suoi tifosi, sul sito ufficiale, il Chelsea aveva raccontato così Napoli: sole, mare, buona cucina. Sai che originalità. Forse, i dirigenti dei Blues l’hanno raccontata così la città anche a Villas Boas e i suoi giocatori: un paradiso vista mare. Niente di più lontano da quello che il Chelsea troverà stasera al San Paolo: un’autentica bolgia, come ha invocato il Pocho. E ieri, all’arrivo in città, Terry e compagni ne hanno avuto un assaggio.

L’ACCOGLIENZA – Più di duecento tifosi. Tanti ragazzi, anche impiegati e manager scappati durante la pausa pranzo, tutti assiepati sul lungomare davanti all’hotel Vesuvio. Il volo del Chelsea è annunciato a Capodichino intorno all’una, in realtà atterra quando manca un quarto d’ora alla due. Una corsa in pullman lungo la tangenziale, uscita Fuorigrotta, giusto per dare una sbirciata allo stadio, e poi via sulla Caracciolo. Duecento tifosi ad aspettarli, c’è anche l’ambulante che vende la sciarpa dell’evento cinque euro , ma non sono fan a caccia di autografi. Il pullman accosta più vicino che può alla hall, scendono i dirigenti, scende Villas Boas, scendono uno a uno i Blues che poi sono vestiti di arancio e nero. Scende il Chelsea e sale l’urlo: «Napoli, Napoli!». Il cielo minaccia acqua ma a piovere sono i fischi e i buuuu che elargiti democraticamente, senza distinzione di pelle. Anzi, sarà un caso ma i buuuu per Terry, ancora nell’occhio del ciclone per le accuse di razzismo, sembrano più forti degli altri. Il Chelsea va subito a pranzo, nella sala al primo piano con dei finestroni che danno sull’ingresso. Altri cori, altra dose di fischi. Qualcuno si affaccia, prova a rompere il ghiaccio, a stare al gioco, per dimostrarsi più forte di tutto. Scuote la mano come a dire ma che vuo’? , rimedia qualche dito medio sbarazzino che qui come in tutto il mondo vuole dire una cosa sola, senza bisogno di traduzioni. Sì, al San Paolo il Chelsea troverà una bolgia. E quello di ieri era solo l’antipasto.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
Vesux

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