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Il centrocampista slovacco definito da tutti l’erede di Nedved

Gli piacciono le spagnole. Una in particolare: il Villarreal. Dei suoi primi sei gol europei, infatti, la metà li ha destinati proprio alla squadra di Pepito Rossi: uno in Europa League e due in Champions. Ma è solo ai primi passi la carriera europea di Marek Hamsik, il ventiquattrenne talento slovacco già alla quinta stagione in maglia azzurra. 
Del resto, lui in Europa c’è arrivato proprio con il Napoli e pure il Napoli, si sa, solo da poco ha ricominciato a viaggiare in lungo e in largo per il vecchio continente. Ne faranno di strada ancora assieme? Così sembrerebbe, visto che hanno voglia d’andare avanti in buon accordo e visto che il Napoli da tempo sta lavorando sodo per migliorasi e competere anche al di là del solo campionato.

IDENTIKIT- Ma chi è Marek Hamsik? « E’ il mio Lampard », disse un giorno Reja, il suo primo allenatore azzurro. Perché come il Frank del Chelsea nella sua testa e nei suoi piedi fa convivere bene le caratteristiche del centrocampista e quelle dell’uomo che fa gol. Non per nulla prima dell’arrivo di Cavani proprio lui è stato per tre stagioni di fila il bomber azzurro in campionato. In passato la stessa cosa era riuscita solo a due altri centravanti: José Altafini e Claudio Pellegrini. E nella storia azzurra solo altri due sono riusciti a fare meglio. Ovvero, capocannonieri della squadra per quattro anni consecutivamente: Beppe Savoldi e un tale che si chiama Diego Maradona. « Chi è il mio erede naturale? E’ Marek Hamsik », disse invece Pavel Nedved prima di uscire dal campo definitivamente. E anche stavolta per questione di caratteristiche e di qualità da bomber. 

NELLA STORIA- E lo slovacco sembra proprio sulla strada giusta per ripercorrere i sentieri anche europei di quei due campioni. Anzi, seppure con numeri ancora troppo piccoli per possibili confronti, la media-gol europea del napoletano è addirittura, anche se d’un soffio, migliore di quella di quei due “modelli”: 0,27 a partita (6 gol in 22 match) per Hamsik, contro lo 0,25 di Lampard (22 reti in 88 presenze nelle coppe) e lo 0,24 di Nedved (29 gol in 118 gare). Comunque sia, un incoraggiante inizio per l’azzurro che ha davanti a sé ancora molti anni e molte coppe per dar ragione a chi in lui vede un talento che sfugge alla rigidità dei ruoli e degli schemi. Hamsik, protagonista e osservato speciale anche in Europa e, in Champions, così ha deciso il caso, prossimo avversario proprio di quel Chelsea che gli fa la corte per fare di lui l’erede di Frank Lampard.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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