Sottopasso allagato, auto deviate, traffico che impazzisce: quando piove sulla città, Fuorigrotta va in tilt. Le auto vengono deviate su strade alternative che in un lampo si allagano, inesorabili, e paralizzano il traffico. Chi ha frequentato Fuorigrotta almeno una volta in un giorno di pioggia riconosce la descrizione: accade sempre la stessa cosa, da decenni.
Il problema è che nel luogo dove adesso c’è via Cinthia, un tempo correvano acque libere che scivolavano giù dai Camaldoli e si tuffavano nel mare di Bagnoli: un torrentello che, nei giorni di pioggia battente diventava impetuoso ma non impauriva nessuno perché lì fino all’inizio del ‘900 c’erano solo terreni agricoli e alberi. Oggi non c’è più un grammo di terreno e il cemento ha invaso ogni centimetro, ma il torrentello non ha smesso d’esistere, e continua a diventare impetuoso quando la pioggia cade con violenza. Così quell’acqua scivola con prepotenza lungo le strade di Fuorigrotta e va ad accumularsi, inesorabilmente, nella vasca naturale creata dal sottopasso Claudio, imponente opera ingegneristica nata nei giorni del mondiale di calcio italiano ma priva del necessario drenaggio.
Ecco perché, quando il cielo diventa nero, prima ancora che cadano le prime gocce d’acqua, la polizia municipale si mette in movimento e va a presidiare il sottopasso dello stadio dove, invariabilmente, le auto iniziano a rimanere bloccate dall’acqua che cresce. E proprio dai guai causati da quegli allagamenti si dipana, a catena, il caos del traffico che avvolge l’intero quartiere di Fuorigrotta.
Quando la situazione diventa insostenibile e pericolosa, il sottopasso viene chiuso: prima la «canna» di sinistra, che scende più in profondità, poi quella di destra man mano che il pericolo cresce. Così le automobili vengono deviate lungo le strade che circondano lo stadio San Paolo. Ma il problema è che quelle strade sono piene di buche e insidie; quando c’è il sole, gli automobilisti le vedono e le evitano, ma quando piove e l’acqua ricopre ogni cosa, finire con le ruote nei fossi diventa inevitabile. Lo sanno bene i poveri automobilisti che finiscono nelle trappole con pneumatici bucati e semiassi spaccati, lo sanno altrettanto bene i vigili che accorrono in soccorso degli automobilisti e, sotto la pioggia, cercano anche di evitare la paralisi del traffico, sapendo già che la missione è impossibile.
L’acqua che scivola giù lungo l’antico percorso dell’arena Sant’Antonio (quella dove oggi c’è via Cinthia), in passato ha generato incredibili danni anche allo stadio San Paolo. L’allagamento degli spogliatoi era all’ordine del giorno fino a quattro anni fa, e le voragini nel piazzale antistante lo stadio non si contavano: la più clamorosa si sviluppò davanti alla «curva A», profonda decine di metri. Un allargamento delle condotte fognarie che si trovano davanti all’ingresso degli spogliatoi ha leggermente migliorato la situazione dello stadio, ma non ha cancellato i problemi di Fuorigrotta che continua a paralizzarsi di fronte alla pioggia, anche quando non è torrenziale. Anche perché spesso i problemi si accumulano e si moltiplicano: l’altro giorno, ad esempio, s’è aperto uno sprofondamento su via Consalvo che ha contribuito a paralizzare la circolazione.
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
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