Montella non è uno specialista della difesa a 3. E’ uno che sa adattarsi. E’ un tecnico che si guarda in tasca prima di fare i conti. E il conto ora dice che ha solo tre difensori, Bellusci, Legrottaglie e Spolli. Da qui, con estremo pragmatismo, la decisione di passare dal 4-3-3 di inizio stagione al 3-5-2, il modulo con cui il Catania si è ritrovato e ha preso a scalare la classifica. Non perde dal 21 settembre e, come sconfitta, è stata piuttosto pesante: 0-3 a Marassi contro il Genoa.
Da allora, la squadra di Montella ha fermato la capolista di oggi (1-1 contro la Juve), ha pareggiato a Novara (3-3), battuto l’Inter (2-1) e pareggiato in trasferta prima a Firenze e poi all’Olimpico contro la Lazio, oggi seconda in classifica. Ha sempre preso gol e ha sempre segnato. Si è fatta rimontare (dalla Juve e dal Novara), ma ha pure rimontato (Novara, Inter, Fiorentina e Lazio). Non è mai stata fuori partita.
IL MODULO – Sono stati gli infortuni di Potenza, Alvarez e Capuano a spingerlo verso il 3-5-2, ma è stata anche una sua felice intuizione a determinare il successo di questo cambiamento: spostare Marchese dal centro al corridoio esterno. I due esterni, Marchese e Izco, danno al Catania l’equilibrio cui aspira da sempre Montella. Anche nella Roma, l’anno scorso, pur avendo un organico più ricco di talento rispetto a quello dei siciliani, era la concretezza del giovane tecnico a colpire.
Non si ricordano partite spettacolari, ma resta in mente una Roma ben organizzata. Solida. Come è apparso il Catania contro Inter, Fiorentina e Lazio, le tre partite in cui la squadra ha mostrato il meglio di sè anche sul piano del carattere, rincorrendo (con profitto) nel risultato avversarie più titolate.
IL NUOVO LODI – Il sistema di gioco è cambiato a Novara. Il Catania ha preso consistenza anche perchè la qualità è assicurata dalla presenza di giocatori tecnici come Lodi e Gomez. Il primo ha cambiato posizione con Montella, adesso è il centrale del trio di centrocampo, gioca davanti alla difesa, dà i tempi e l’indirizzo alla manovra. Il suo sinistro è una garanzia e non solo come realizzatore (due gol, come Bergessio e Maxi Lopez, con un calcio di rigore).
Basta ricordare la rete di Firenze, quella del 2-2, uno schema perfettamente realizzato grazie al piede caldo dell’ex empolese. Punizione sulla trequarti, con palla spostata sul fianco sinistro dell’attacco catanese, traiettoria tesa verso il centro area per la testa di Bergessio che (battendo Pasqual nello stacco) ha girato a sinistra dove Barrientos, lasciato indisturbato dalla difesa viola, con una mezza rovesciata ha messo in porta, oltre la linea dove ha respinto Pasqual. Poi ci ha pensato Maxi Lopez a chiudere ogni discussione ricacciando la palla in rete.
LA FORZA DI BERGESSIO – Lodi è il primo, anzi, unico incaricato di battere tutti gli angoli e le punizioni. E’ un giocatore fondamentale per il calcio di Montella, come Bergessio lo sta diventando per la fase finale dell’azione. Suo l’assist per Barrientos a Firenze (ricordiamolo, quello era un gol buono anche se nè arbitro nè guardalinee avevano visto bene), suo il gol del pareggio all’Olimpico contro la Lazio. Sta dando più di Maxi Lopez, ma pensando al trio d’attacco Montella può stare sereno.
E GOMEZ? – Ecco il piacevolissimo quesito che stuzzica i tifosi catanesi. Quando Gomez (il miglior giocatore dei siciliani in questo inizio di stagione) avrà completamente recuperato dall’infortunio, come cambierà l’attacco di Montella? L’ipotesi più probabile è che, visto il gioco mostrato e i risultati conquistati col 3-5-2, l’ex tecnico della Roma vada avanti con questo modulo e affianchi il piccolo argentino pieno di talento al suo connazionale Bergessio.
Ma una volta preso lo slancio, magari Montella deciderà di alzare l’asticella della qualità della sua squadra e passare al 3-4-3, con un trio d’attacco formato da Bergessio, Maxi Lopez e Gomez. Già, un 3-4-3 simile a quello che domani vedrà trasformato sul campo dal maestro della difesa a tre, Walter Mazzarri. Montella è un tecnico molto scrupoloso, sa che deve crescere e per questo continua a studiare e a imparare. Ma non sarebbe la prima volta che un allievo supera il maestro.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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