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Il Catania è già il passato, solo 48 ore ed è di nuovo Champions: si cambia ancora in difesa e a centrocampo

Preparate gli scarpini, perché si ricomincia subito: e dopodomani, appena dopodomani, sarà già vigilia, con i suoi riti, con i suoi dubbi, con le strategie tattiche da mettere a punto e la tensione che s’avverte nell’aria. Preparate anche i taccuini, perché martedì, appena martedì, bisognerà ingegnarsi, trovare le contromisure per l’Olympique, studiare soluzioni che stupiscano gli avversari come a Marsiglia e andare a capitalizzare il fattore campo per staccarsi dal terzetto e aspettare (quasi incuranti) il risultato dal Westfalen Stadion.

E CINQUE – Mentre il Napoli e il Catania stanno tornando negli spogliatoi, Rafa Benitez ha già fissato le lancette sulle 20,45 di mercoledì sera: è una sfida che può rappresentare la svolta, è un match nel quale vincere significherebbe – aritmeticamente – allungare, è una partita sulla quale pesa la fatica del sabato sera ma anche delle altre quattro gare in quindici giorni. E allora, si cambierà: in difesa, a centrocampo, tra le linee, ovunque sia indispensabile togliere acido lattico ed inserire freschezza e però mai prima d’aver fatto un summit con lo staff tecnico e medico, di aver aggiornato la tabella del minutaggio, di essersi servito dei prossimi allenamenti per lasciarsi guidare nelle valutazioni definitive.

IN DIFESA – E’ automatico: rientra Maggio, che s’è guardato il match con il Catania in tribuna, “grazie” al rosso (indolore) rimediato a Firenze. Il ballottaggio, semmai, resiste nel mezzo: Fernandez o Cannavaro al fianco dell’inamovibile Albiol, una roccia che resiste all’usura del campo; ma l’argentino è reduce da un filotto di match (Marsiglia, Torino, Firenze e Catania) e alla distanza l’avvicendamento potrebbe essere inevitabile. A sinistra, quasi sicuramente ci sarà Armero, visto che Mesto è uscito dopo pochi minuti per una distorsione al ginocchio destro in uno scontro di gioco. Domani esami a Roma per comprendere l’entità dell’infortunio.

CENTROCAMPO – Due uomini per tre posti e si fa in fretta ad individuare il tandem: per deduzione, toccherà ad Inler, che ha potuto staccare un po’ la spina e ritrovare energie in fase di esaurimento dopo le quattro su quattro. Le tentazioni resistono tra le linee, in quella terra di nessuno nella quale (però) si agitano in tre: le gerarchie attuali spingo a credere che il terzetto debba comporsi con Callejon (a destra), Hamsik (centrale) e Mertens (a sinistra); ma Insigne non ha bisogno di ulteriori dimostrazioni e la propensione ad offendere – ma anche quella di saper giostrare su una corsia e sull’altra – e dunque se la giocherà sino all’ultimo momento.

ATTACCO – L’Olympique, di nuovo: ma stavolta nulla è come quindici giorni fa e non le perplessità del Velodrome hanno smesso di sopravvivere da un bel po’. L’ultimo Pipita ha la brillantezza che in Francia gli mancava, non ha più quelle paure – figlie d’un affaticamento – e va semplicemente cercando la continuità (e un altro gol in Champions).

Fonte: Il Corriere dello Sport

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