Stamane, con inizio delle manifestazioni alle 9, si chiude al Palargine di Ponticelli il Giubileo dello Sport promosso dal cardinale Crescenzio Sepe. Una testimoinanza di presenza viva della chiesa napoletana anche in quel settore dove da anni si addensano le nubi del malaffare, della corruzione e della distorsione dei valori. Sepe non ha fatto mancare la sua voce ferma proprio su queste tematiche rivolgendosi con accenti accorati ai giovani. «La crisi dei valori che spegne ogni entusiasmo – ha ribadito il cardinale di Napoli – non può e non deve scalfire anche lo sport». Per questo lo sport diventa terreno di una dura ed appassionate sfida educativa che la chiesa vuole accettare. Insieme alle parole sono importanti i gesti. E il cardinale anche al gesto lega il suo messaggio evangelico. Come è accaduto al Palargine (vedi foto) dove il cardinale si è misurato in uno scambio di battute al tavolo da ping pong.
Nei giorni scorsi Sepe aveva duramente stigmatizzato i fenomeni di corruzione, bussines e infiltrazioni della camorra nell’affaire calcioscommesse.
Un’argine va eretto contro questa deriva. E a costruirlo, insiste Sepe devono essere soprattutto i giovani attraverso la riscoperta dei valori della lealtà e valorizzando i talenti.
Secondo il cardinale Sepe è necessario
«restituire dignità allo sport per affrontare la sfida educativa più volte lanciata dal Santo Padre Benedetto XVI».
Per guardare al mondo dello sport come lo spazio dei valori positivi da seguire ed agli stessi atleti come «eroi positivi» del nostro tempo.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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