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Il calcio italiano e’ ancora troppo maschilista

In Catalogna primo corso di arbitro per donne

Mentre in Catalogna e’ stato inaugurato il primo corso di arbitro riservato alle sole donne, il calcio italiano sembra restare “quello di una volta” anche per il suo atavico maschilismo. E’ la conclusione a cui arriva la “Klaus Davi & Co.”. “In effetti – si legge in una nota – da una rapida panoramica delle ‘quote rosa’ che, tra allenatrici, dirigenti e ‘bandierine’ o assistenti di gioco, fanno parte dell’italico mondo del pallone, per capire che il calcio non e’ sicuramente uno sport per ‘femminucce’, a voler usare l’appellativo con cui, non a caso, i mister dei campi d’erba apostrofano i membri piu’ ‘mollaccioni’ delle loro compagini”. Attualmente, secondo una fonte Figc-Sgs e Istat, le giovani tesserate femmine dai 5-16 anni sono in totale 10.202 pari allo 0,3% della popolazione di riferimento.Sempre secondo dati Figc su un totale di 14.526 societa’ calcistiche dilettantistiche affiliate quelle della divisione femminile sono 68. Mentre sul 1.136.960 di tesserati dilettanti le donne sono soltanto 2999″. Insomma, dati che chiariscono in modo evidente come e quanto ci sia ancora da fare in Italia. Nonostante il nostro Paese sia il quarto in Europa per numero di arbitri e il secondo per numero di arbitri donne con 1.793 tesserati (fonte Uefa) la situazione attualmente non vede, dopo l’exploit della Cini, nessun fischietto ‘in gonnella’ in serie A, mentre solo due sono i membri donne dell’organico di assistenti di linea di serie B. Un’ulteriore conferma del maschilismo imperante nel mondo del calcio viene anche da quella che dovrebbe essere un ambito all’avanguardia nel mondo del pallone: quello dei procuratori. E invece durante il recente Esame per Agente di calciatori, svoltosi a Roma lo scorso marzo 2012, su 447 candidati le donne partecipanti erano soltanto undici, pari ad un risibile 2.5%.

Fonte: resport.it

La Redazione

P.S.

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