Non c’è stata partita in nessuna zona del campo, ma se vogliamo trovare il punto dove il Napoli ha davvero frantumato la Juventus dobbiamo indicare i due corridoi esterni. Lì, il Napoli ha fatto a pezzi i bianconeri. Mai visti i campioni d’Italia soffrire in questo modo, mai vista tanta differenza a sfavore di Conte, a cominciare dalle idee della panchina. Benitez sembrava un allenatore da Champions (del resto una se l’è portata a casa), Conte no. Rafa ha spedito la sua squadra sugli esterni, caricandola sulle spalle di un ragazzo che è di nuovo tornato ai livelli annunciati qualche tempo fa: Insigne ha attaccato Lichtsteiner cercando sull’altro versante il suo compagno Callejon. Così è nato il primo gol che è stato un pezzo di bravura dei due napoletani, ma col contributo di Lichtsteiner (arresosi davanti ai guizzi di Insigne) e di Asamoah (che ha perso il tempo su Callejon, comunque a segno in fuorigioco).
I CAMBI DI CONTE – A inizio ripresa Conte ha tolto proprio Asamoah per far entrare Isla e ha sottratto Lichtsteiner alle sofferenze che continuava a procurargli Insigne: lo svizzero è andato a sinistra, Isla a destra. Il cileno ha cercato di attaccare, ma in modo confuso. Conte rincorreva il Napoli, Benitez attaccava invece seguendo una sua linea. Così ha messo il suo terzo esterno, Mertens, proprio sulla destra, dove era passato Lichtsteiner. E’ bastato un contropiede perché l’idea di Rafa diventasse un trionfo: lancio di Pandev, scatto del belga, Lichtsteiner è saltato di nuovo per aria e il Napoli ha chiuso la partita. E’ rimasta l’impressione di una squadra, la Juve, con problemi fisici e atletici già visti, ma mai smascherati come ieri sera. L’assenza di Tevez, pur pesante, pesantissima in questa squadra, non potrà spiegare fino in fondo il niente che hanno messo in campo i Campioni d’Italia. Adesso sono 11 i punti di distacco dalla Roma, che, battendo il Parma, potrebbe arrivare a -8, con lo scontro diretto all’Olimpico. E’ poco, anzi, niente, per pensare a una Juve in ginocchio; è già tanto per immaginarne un filo di preoccupazione.
Fonte: Corriere dello Sport
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